“Valutazione di gradimento della magistratura” per formalizzare la scarsa fiducia che sembra ci sia nei confronti della magistratura”, e per questo l’Associazione nazionale magistrati (Anm) deve fermamente reagire. “Il fatto stesso che si porti avanti il tema referendario sembra esprimere un giudizio di sostanziale inadeguatezza dell’impianto riformatore messo su dal governo; e fa intendere la volontà di chiamare il popolo ad una valutazione di gradimento della magistratura, quasi a voler formalizzare e cristallizzare i risultati dei vari sondaggi di opinione che danno in discesa l’apprezzamento della magistratura. Credo che spetti all’ANM una ferma reazione a questo tipo di metodo”, ha detto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, a proposito dei referendum sulla giustizia, parlando al Comitato direttivo centrale dell’Anm (Fonte Ansa).
“Il sindacato di alcuni amministratori di un potere dello Stato si mobilita contro la possibilità che cambino leggi che, evidentemente, per loro vanno bene come sono. – commenta in un comunicato Vincenzo Donvito, presidente dell’associazione Aduc -. E che, aggiungiamo noi semplici utenti dei loro servizi… leggi intorno alle quali alcuni magistrati hanno consolidato l’esercizio del loro potere. Come parte in gioco, invece di contestare i singoli quesiti entrando nel merito degli stessi e accettando che ognuno possa usare le leggi per quello che sono, anche per cambiare ciò che loro vogliono rimanga immobile, all’Anm scatta l’accusa della delegittimazione del fatto in sé, che si raccolgano le firme per dei referendum. Tristezza e preoccupazione. Anche per quando, sul banco degli imputati, ci dovesse capitare di essere da loro giudicati. E’ proprio anche grazie a questa levata arrogante di scudi che la raccolta firme per i referendum è importante. Non per contrapporsi a questo sindacato, ma per spiegare loro che così funziona la democrazia. Che i referendum servono anche a loro che sono “solo” un potere dello Stato, servitori di questo Stato e non lo Stato assoluto. Stato fatto da tutti, anche quelli per cui sarebbe un bene cambiare: 1) Elezioni del Csm; 2) responsabilità diretta dei magistrati; 3) equa valutazione dei magistrati; 4) separazione delle carriere dei magistrati; 5) limiti agli abusi della custodia cautelare; 6) abolizione – conclude Aduc – del decreto Severino”.