Annarita Simone, candidata a sindaco di Vicenza con la lista La Comune interviene oggi sulla questione di Cascina Carpeneda, professando di credere fortemente nella difesa dei Beni Comuni, e un avanti tutta con il progetto voluto dai cittadini.
“Marco Fanton – afferma la Siomne -, nostro candidato, e altri attivisti della lista La Comune seguono con interesse l’iniziativa della Comunità Vicentina per l’Agroecologia relativa al riutilizzo della cascina di via Carpaneda, sin dal primo incontro pubblico avvenuto all’esterno di porto Burci in un pomeriggio del marzo del 2022.
Abbiamo apprezzato, alla partecipata assemblea del 18 marzo, il chiarimento di cosa sia la sovranità alimentare, stabilendo dunque un punto di netta distanza dalle recenti azioni governative orientate a distorcerne i fondamenti culturali, con l’istituzione di un maldestro ministero per l’Agricoltura e la sovranità alimentare che sa di autarchia e nazionalismo.
La Comune – aggiunge la candidata sindaco di Vicenza – sarà presente attivamente alle prossime iniziative di questi cittadini attivi che mettono in campo competenze e professionalità per la difesa di un Bene Rurale del Comune.
La costruzione di un mondo migliore ha le sue fondamenta su una strenua opposizione al consumo di suolo, alla cementificazione selvaggia, al TAV, ai PFAS, all’inquinamento e alla guerra e contemporaneamente si fonda sulle azioni collettive, virtuose e lungimiranti di cittadini attivi che La Comune intende appoggiare e sostenere.
Noi de La Comune crediamo nella partecipazione civile e civica, nella cittadinanza attiva, crediamo nella dignità del lavoro e del consumo etico, nei beni comuni, tutti temi che la Comunità Vicentina per l’Agroecologia vuole praticare nell’iniziativa di via Carpaneda.
La Cascina di via Carpaneda – conclude Annarita Simone – e il suo bosco sono spazi pubblici, di proprietà del Comune, devono dunque tornare disponibili alla cittadinanza, sono purtroppo già andati venduti al privato parecchi migliaia metri quadrati di terreno, sfruttati in pratiche di agricoltura “industriale”. Non possiamo perdere ancora beni comuni, i cittadini devono tornare ad occuparsi e, se necessario, occupare quest’area periurbana di particolare pregio”.
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