Ieri si sono svolte in tutta Italia le inaugurazioni dell’anno giudiziario. Quest’anno queste cerimonie si sono caratterizzate per le proteste degli avvocati contro la riforma del ministro Bonafede. VicenzaPiu, ha intervistato l’avv. Pierantonio Zanettin, decano dei parlamentari vicentini ed ex componente del Consiglio Superiore della magistratura.
On. Pierantonio Zanettin come sono andate le cose a Venezia?
A Venezia non ci sono state proteste plateali, come a Milano, dove gli avvocati sono usciti quando ha parlato Piercamillo Davigo in rappresentanza del CSM, o come a Napoli dove si sono incatenati.
Il rappresentati dell’avvocatura nei loro interventi all’inaugurazione dell’anno giudiziario hanno ribadito, in modo civile, ma fermo, le loro critiche al blocco della prescrizione ed hanno condiviso l’appello della Presidente Ines Marini e del Procuratore Generale sulle carenze strutturali e di organici che storicamente affliggono la Corte di Appello di Venezia.
A Venezia il CSM era rappresentato dal Prof. Alessio Lanzi, laico di Forza Italia, che ha svolto un bellissimo intervento da autentico garantista, che ho molto apprezzato.
Vuole spiegare perchè gli avvocati italiani detestano così Davigo?
Il dott. Davigo viene ospitato spesso in televisione ed in ogni occasione non perde occasione per esprimere giudizi sprezzanti nei confronti della nostra categoria.
Purtroppo il dott. Davigo è ormai diventato il megafono di una cultura manettara e giustizialista, che fa torto alla nostra cultura giuridica ed alla presunzione di innocenza garantita dalla nostra Costituzione.
La Corte di appello di Venezia resta una “pecora nera”, per le prescrizioni che vi maturano.
Va riconosciuto che, ahimè, la Corte di Appello di Venezia rientra tra le Corti di appello dove la percentuale dei processi prescritti è tra le più alte a livello nazionale, ma come ho già detto in tante occasioni non dipende dalla produttività dei magistrati veneti, che è tra le più alte in Italia, ma da organici assolutamente inadeguati.
Un giudice della corte di Appello di Venezia ha in carico un numero di fascicoli quasi quadruplo rispetto ad un consigliere della “virtuosa” Corte di Appello di Milano.
E’ giunto il momento di porre rimedio a questa inaccettabile sperequazione, tenuto conto che ormai siamo tutti convinti che una efficiente amministrazione della giustizia è fattore di competitività, anche economica, di un territorio.
Si è parlato anche della situazione del Tribunale di Vicenza?
L’avv. Giuseppe Sacco, presidente dell’ordine degli avvocati di Venezia, che è intervenuto, anche in rappresentanza degli ordini del distretto, ha ribadito la preoccupazione degli avvocati per il rischio di paralisi nel settore penale. Il Tribunale di Vicenza sta affrontando, a ranghi ridotti due maxi processi: quello per il crac della Banca Popolare di Vicenza e quello per l’inquinamento da Pfas, con migliaia di cittadini che si sono costituiti parte civile.
L’appello lanciato al Csm dagli avvocati vicentini ha trovato ascolto?
Finora no. Purtroppo nel nostro Tribunale continuano a registrarsi vuoti di organico ben al di sopra della media nazionale, con riferimento sia ai magistrati, che al personale amministrativo.
Insomma mentre tutti polemizzano sui tempi eccessivi della giustizia in Italia e sugli effetti aberranti o virtuosi del blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, ebbene anche il 2020 non butta via il vecchio e “inaugura” il suo anno giudiziario con i soliti buoni propositi, di cui è lastricato l’inferno del sistema di (in)giustizia italiano.