Una delle cause – è scritto in un comunicato diffuso dalla Federazione di Vicenza Rifondazione Comunista – che ha permesso alla maggioranza di centro-destra di Vicenza di approvare, il 9 giugno 2020, la cancellazione della clausola antifascista dal regolamento comunale, è l’approvazione da parte del Parlamento dell’Unione Europea della mozione che equipara il comunismo con il nazismo.
In data 19 settembre 2019 con un ampio schieramento che comprende forze reazionarie di estrema destra, liberaldemocratici, democristiani, socialdemocratici, europeisti e sovranisti, e praticamente tutti i parlamentari europei del PD, fatte salve poche, ma talvolta tardive posizioni, il Parlamento dell’Unione Europea ha votato l’equiparazione di comunismo e nazismo sottoscrivendo un’infame operazione di revisionismo storico.
Lo ha fatto affermando che la seconda guerra mondiale sarebbe scoppiata per pari responsabilità della Unione Sovietica e della Germania nazista, la battaglia di Stalingrado sarebbe solo un episodio marginale di essa e la liberazione dell’Europa sarebbe merito degli americani.
Il Parlamento UE, che condanna assieme comunismo e nazismo, si guarda bene dall’usare la parola fascismo, che nel suo lunghissimo documento non compare mai. Questa vergognosa risoluzione ha lo scopo di giustificare il fascismo e colpire il comunismo, anche se qualcuno, a partire dal Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, che si dichiara di sinistra fa finta di non aver capito e sostiene che la condanna europea sarebbe solo per lo stalinismo e non per il comunismo.
Quello che è successo l’altro giorno nel consiglio comunale di Vicenza è il frutto avvelenato di questo schifoso stravolgimento dei fatti storici, votato coscientemente dal Pd insieme ai fascisti di Fratelli d’Italia e della Lega.
Dunque se la consigliera del PD Isabella Sala vuole lottare contro i revisionisti storici, più che lamentarsi con Giovine e Rucco, faccia chiarezza nel suo partito a tutti i livelli.
Clicca qui se apprezzi e vuoi supportare il network VicenzaPiù