Il popolo del web è spesso impietoso e, comunque, numeroso. Infatti se non gli è sfuggita la “marachella” dello staff di “Rucco sindaco” per la Smart elettrica rimasta a bloccare la colonnina, volete che gli sfuggisse la bici dell’assessore uscente Antonio Marco Dalla Pozza che prova a tornare per la quinta volta in sala Bernarda dopo che, prima di ricandidarsi col PD, aveva dichiarato “urbi et orbi” e alla Renzi: “basta con l’amministrazione comunale, torno a lavorare in banca“. Solo che, se la prima parte, il ritorno o no in Comune, dopo il suo rimangiarsi la promessa, dipenderà dagli elettori, la seconda la sta veramente attuando andando in banca tutti i giorni in fondo a Viale Margherita, lato Monte Berico. E come ci va?
Alcune volte in auto e, spesso, in bici per giunta elettrica.
Benissimo, direte. E no, perchè un cittadino del mondo virtuale, dopo aver letto su Facebook il rimbrotto dell’assessore alla mobilità, che si definiva “biciclettoso”, a chi mal parcheggiava le bici in stazione, postava a sua volta sul suo profilo la foto di una bicicletta incatenata di fronte alla filiale della banca in cui lavora, per ora, Dalla Pozza, chiedendosi, ironicamente, di chi fosse.
Sfortuna per il politico che dice ai cittadini cosa fare che il post sia stato visto da Andrea Chilese, un noto, se non il più noto, investigatore vicentino, che già in passato aveva espresso rimostranze ufficiali contro “il Dalla Pozza Antonio Marco“, così lo avrebbe chiamato quando militava nell’arma prima di diventare un tenacissimo segugio privato (ricorderete i suoi reportage sul comandante Cristiano Rosini, ridicolizzato su Canale 5 dalle Striscia la notizia e, su VicenzaPiù, da Chilese ma “salvato” da Achille Variati & c., e sullo steso assessore per la strada parking free riservata a Francesco Zonin, con un impegno poi non mantenuto, di trattarlo come i comuni mortali).
Ebbene Chilese si è messo a verificare (lo fa sempre quando si tratta di tutelare i diritti dei cittadini perchè mai ha smesso di essere un carabiniere) e, armato delle sue apparecchiature ha scoperto tutto quello che vedete documentato nel video (tra l’altro bello e con una canzone come sua perfetta colonna sonora), risultato di un lungo lavoro, questo sì, indubbiamente civico.
La bici con cui ripetutamente Dalla Pozza va, almeno, da casa al lavoro è la bici elettrica n. 20 di proprietà del Comune di Vicenza che l’ha affidata in comodato d’uso, una delle 10 a disposizione, anche a lui per “gli spostamenti tra le varie sedi e per l’effettuazione di sopralluoghi“(clicca qui) e, per giunta, quella bici, che non viene lasciata nè in una rastrelliera come il “biciclettoso” raccomandava ai cittadini né nel park della banca a pochi metri di distanza, sfreccia in centro con l’autorevole ciclista in sella che non si cura degli obblighi di svolta..
Comportamento brutto e, soprattutto, incoerente con i dettami dati ai poveri mortali dal politico di lungo corso?
Non solo questo, perchè, Andrea Chilese che con i codici, non solo della strada, ha a che fare ipotiiza che si configuri «nei confronti di Dalla Pozza il reato di peculato in base all’art. 314 Codice penale: “il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio (1) , che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità (2) di danaro o di altra cosa mobile altrui (3) , se ne appropria (4) , è punito con la reclusione da quattro (5) a dieci anni e sei mesi. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l’uso momentaneo, è stata immediatamente restituita”».
Noi non siamo esperti di questo tipo di articoli (conosciamo molto di più quelli con cui difenderci dalla continue querele temerarie nei nostri confronti, da quella di Gianni Zonin a quella della Regione Veneto) tanto più che ci risulta che la disciplina del peculato è stata modificata con la Legge 86/1990, recante Modifiche in tema di delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, per cui lasceremmo la valutazione dei fatti o misfatti a chi di dovere e, almeno, ai cittadini elettori ma non al sindaco Variati, che, a mesi di distanza da vari fatti da noi denunciati, ancora non ci ha risposto su varie infrazioni del suo autista privato pagato dai cittadini nè su quelle del comandante Rosini.
Se è peculato e se qualcuno se ne occuperà così come farebbe con un cittadino normale, ci farebbe piacere tanto più che il “biciclettoso” e spesso arrogante assessore, a cui evitiamo di fare domande per non essere di nuovo aggrediti verbalmente come ci è già successo varie volte, quando non usa la bici comunale va al lavoro in banca con un’auto (dal video di Chilese si appura che è quella della signora Dalla Pozza) che non parcheggia negli spazi della banca ma su uno spazio a ridosso dell’incrocio che dovremmo chiedere a Rosini se è lecito o meno.
«A Rosini? Ma va là…» chiosa Chilese, mentre ci consegna il video in cui c’è tutto e anche di più.
Peccato solo che l’ex carabiniere, ma nei secoli fedele alla legge, ci sarebbe tanto simpatico se non fosse anche juventino…
P.S. La bici è dotata di Gps che consentirebbe una ulteriore, facile verifica del fatto denunciato a meno che nel Vicentino i Gps non si usino per controllare i lavoratori sfruttati e non chi sfrutterebbe beni pubblici.