Si è svolto ieri, 21 aprile 2024, al Parco delle Fornaci a Vicenza la seconda edizione del Festival antifascista e antimilitarista “Antidoto” con una serie di eventi, iniziative, dibattiti a tema, tra cui quello con Antonio Mazzeo, attività per tutte le fasce di età e musica dal vivo a partire dal tardo pomeriggio. L’organizzazione dell’evento devolverà una parte dei guadagni all’Associazione Ya Basta Êdî Bese per la campagna di solidarietà a sostegno del campo profughi palestinese di Dheisheh.
Quest’anno il focus del Festival è stato, e non poteva essere diversamente, la guerra per procura che si sta svolgendo in diverse parti del mondo, dal fronte russo-ucraino a quello israelo-palestinese fino allo Yemen, e che condurrà lentamente al terzo conflitto mondiale a pezzi, come lo definisce Papa Francesco.
La kermesse è cominciata alle ore 10.00 con il giornalista e peace-researcher Antonio Mazzeo, autore del libro La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia, edito da Manifestolibri. Mazzeo, tra i promotori dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, sta girando tutto il Paese per presentare la sua impietosa inchiesta, che mostra il processo ideologico e retorico con il quale nelle scuole italiane si sta lentamente avviando una militarizzazione delle menti dei nostri studenti e delle nostre studentesse in tempi in cui le Forze Armate sono in sofferenza per la penuria di unità e per l’avanzamento dell’età del contingente, poco esperto in nuove tecnologie informatiche.
Si tratta di un processo in atto anche nel territorio di Vicenza, come stiamo cercando di mostrare da diverso tempo, non solo attraverso i protocolli tra ITIS Rossi e Caserma Ederle, ma di qualche giorno fa è anche un accordo tra Ufficio scolastico territoriale e CoESPU per svolgere PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e di Orientamento, ex Alternanza Scuola-Lavoro) all’interno con questo “centro di eccellenza” per approfondire le lingue straniere, la cooperazione internazionale, la geopolitica e la sicurezza.
Mazzeo, tuttavia, ieri mattina ha mostrato anche la connessione delle forze armate italiane con quelle israeliane e, in particolare, ha illustrato il processo di militarizzazione in atto da diversi anni in Israele, un Paese in cui Forze Armate, Governo e Istituzioni accademiche sono fortemente intrecciate e i cui protagonisti spesso si trovano a ruotare nelle cariche delle medesime istituzioni. Non diversamente accade in Italia da qualche anno, giacché personaggi politici come Guido Crosetto di centrodestra, ma anche Luciano Violante o Marco Minniti di centrosinistra o Roberto Cingolani, li troviamo prima in Parlamento, poi in cattedra in qualche università e, infine, a capo di qualche azienda a maggioranza statale o fondazione collegata a queste ultime. Non è un mistero, infatti, che tutti questi personaggi siano convolti con Leonardo SpA, l’azienda partecipata dallo Stato italiano maggiore produttrice di armi al mondo, essendone Cingolani Amministratore Delegato, Minniti presidente della Fondazione Med-Or di Leonardo, Violante presidente della Fondazione Leonardo, la civiltà delle macchine e Crosetto Senior Advisor di Leonardo SpA.
Di tutte queste connessioni si sono accorte/i le/i docenti vicentine/i, che hanno lanciato una petizione online per raccogliere firme (clicca qui per sottoscrivere) e fermare il processo di militarizzazione anche a Vicenza, soprattutto nei prossimi giorni, quando sarà invasa dalla kermesse del raduno degli Alpini e durante la quale l’UST ha predisposto dei percorsi il 9 maggio per permettere ai ragazzi e alle ragazze di esplorare le differenti armi e le specialità belliche in dotazione degli Alpini.
Nella petizione i/le docenti di Vicenza scrivono: «Non riteniamo che una panoramica su armi e dotazioni dell’esercito possa avere valenza educativa, soprattutto in un momento storico in cui tutti i governi d’Europa stanno operando dei tagli in settori fondamentali come istruzione, sanità, servizi ai cittadini, per investirli nella difesa. A meno che non si voglia operare come denunciato dallo storico romano Tacito: ubi solitudinem faciunt, pacem appellant. Hanno fatto il deserto e lo hanno chiamato “pace”. La pace si intreccia ogni giorno, nei luoghi di conoscenza, socialità e di relazione sana in cui si costruisce la personalità degli uomini e delle donne di domani. La pace si costruisce ogni giorno a scuola. Se si vuole davvero la pace, si aprano le scuole, si tacciano le armi. Come insegnanti che hanno a cuore la pace e la convivenza tra i popoli, boicottiamo la proposta del 9 maggio!».
Insomma, il processo di militarizzazione del nostro Paese è già a buon livello per un investimento totale nella guerra, del resto tra operazioni militari votate dal Parlamento in Yemen, coinvolgimento in Israele e in Ucraina con la NATO, è da un bel po’ che siamo in guerra e in qualche modo dobbiamo convincerci, come il secolo scorso, che la guerra è bella!