Presentati i risultati della petizione lanciata a Novembre – comunica Raffaele Colombara Lista “Quartieri al Centro” Consiglio Comunale di Vicenza – e con la quale si chiedono meno aperture indiscriminate di supermercati e il blocco di interventi viabilistici se non all’interno di una pianificazione complessiva.
Sono state raccolte oltre 1.500 firme. 1.500 firme per chiedere all’Amministrazione un cambio di passo. Per chiedere agli amministratori di essere ancora i protagonisti della politica urbanistico-territoriale della nostra città e non di cedere a chiunque arrivi con un nuovo supermercato in cambio di una rotatoria.I cittadini devono essere ascoltati, e questo è un messaggio molto chiaro che stiamo cercando di dare all’Amministrazione. Le scelte non devono essere calate dall’alto, ma condivise con la cittadinanza.
La petizione chiede all’Amministrazione Comunale di impegnarsi nella pianificazione urbanistica complessiva dei nostri quartieri, mettendo al centro i cittadini.
Meno aperture indiscriminate di supermercati,
Piu’ sostegno ai negozi di vicinato, che creano identità,
Più servizi per i quartieri.
No a rotatorie e bretelline lungo l’asse San Felice San Lazzaro se non all’interno di una pianificazione complessiva.
Per questo le firme supportano una Mozione che viene presentata in Consiglio e con la quale si propone di attivare un percorso strutturato, riproducibile anche in altre parti della città, per arrivare a dare indicazioni sulla progettazione futura dei quartieri attraverso la partecipazione dei cittadini e con uno sbocco istituzionale nella Variante al PI.
La qualità della vita e delle relazioni umane, la vivibilità, il decoro urbano e la sicurezza all’interno dei nostri quartieri e nella città passano oggi innanzitutto attraverso la qualità dei luoghi in cui viviamo. La qualità edilizie delle costruzioni e la presenza di un mix di funzioni (abitazioni, uffici, negozi, attività artigianali ecc.) all’interno di una stessa area ne costituiscono i requisiti base.
Oggi stiamo assistendo, invece, ad uno sviluppo urbanistico – se di questo si può ancora parlare – che non tiene conto di tutto ciò e si è ridotto alla seriale produzione di scatoloni di cemento di scarsa o nulla qualità architettonica, privi di relazioni con l’abitato in cui vengono paracadutati. I supermercati stanno vivendo una guerra sul prezzo ed il gioco è occupare il terreno piuttosto che arrivi la concorrenza. Tutto questo fa però il male della città: e perché quando terminerà questa sfida il rischio è di trovarci con maxi volumi di cemento abbandonati, e perché il commercio basato sui negozi di vicinato, negozi che sono attori protagonisti nel creare l’identità del quartiere, rischiano di essere ammazzati da politiche commerciali invasive ed aggressive.
Ricordo benissimo che in campagna elettorale il Sindaco Rucco parlava di sostegno ai negozi di vicinato, ma evidentemente solo in chiave utilitaristica in termini di voti. 1500 firme sono moltissime. Vogliamo una città diversa da quella che questa amministrazione ci sta elargendo: una città a misura di uomo, dove il cittadino rimane il protagonista, una città che punti al verde con una politica ambientale intelligente, con una diversa e nuova mobilità, una città che sappia dire basta a nuovo cemento, una città che sappia guardare al futuro e non solo al passato.