Milano, appalti truccati nelle fiere: un manager agli arresti domiciliari per corruzione

373
appalti truccati

Appalti truccati e corruzione a Milano nel settore delle fiere e dei convegni. A finire nei guai un dirigente di una società del ramo e alcuni imprenditori lombardi. La guardia di finanza ha infatti indagato su 11 soggetti per un giro di mazzette.

“I finanzieri del Comando Provinciale di Milano, nell’ambito di un’attività coordinata dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari disposta dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Milano, nei confronti di un soggetto, indagato per corruzione.

Le indagini, che coinvolgono complessivamente 11 indagati, sono state svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e hanno consentito di ricostruire un reiterato sistema di corruzione che vede coinvolti un senior buyer di una società operante nell’organizzazione di convegni e fiere e alcuni imprenditori lombardi.

In particolare, sfruttando le funzioni ricoperte all’interno della società, il predetto buyer avrebbe percepito tangenti e ottenuto utilità per altri soggetti nell’ambito dell’assegnazione di tre appalti aventi un valore complessivo di 16,5 milioni di euro.

Nel dettaglio, in un caso gli appalti sarebbero stati veicolati a favore di un imprenditore che, mediante un proprio prestanome, avrebbe poi corrisposto le tangenti al senior buyer, tramite due bonifici bancari riportanti causali fittizie quali acquisto mobili usati o acquisto Rolex per complessivi 20.000 euro circa.

In un altro caso, invece, l’utilità sarebbe stata conseguita facendo sì che l’impresa vincitrice della gara subappaltasse la quasi totalità del valore complessivo dei lavori ad una società amministrata di fatto da un socio in affari del citato senior buyer.

Le indagini sono state avviate grazie alla denuncia presentata dall’amministratore delegato della società dove prestava servizio il buyer e l’ente fieristico ha fornito la sua costante collaborazione durante le indagini.

L’odierna attività di servizio costituisce un’ulteriore testimonianza del costante impegno profuso dal Corpo, quale presidio della sicurezza economico-finanziaria, nel contrasto alla corruzione, che altera le regole della sana competizione tra imprese. Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna”.