Appalto pasti per ospedali, scuole e locali, protesta Adl Cobas alla Rossi Catering: “sfruttato calo di lavoro dovuto a Coronavirus”

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adl cobas
la protesta adl cobas

I lavoratori del sindacato Adl Cobas di Vicenza hanno organizzato una protesta la mattina del 3 giugno presso il cantiere “Rossi Catering” azienda committente del Gruppo Serenissima. Di seguito il comunicato diffuso dai promotori

Il 31 marzo scorso, sfruttando un appalto in scadenza e un calo di lavoro dovuto all’emergenza “Coronavirus”, aveva chiuso l’appalto della logistica di preparazione delle forniture di pasti per ospedali, scuole, pizzerie, ristoranti e bar all’interno del proprio magazzino di Altavilla Vicentina (Vi).

55 lavoratori si sono trovati quindi a casa, senza un lavoro, e temporaneamente coperti dal FIS (Fondo d’integrazione salariale) “Covid-19”, il cui pagamento da parte dell’INPS per i mesi di marzo e aprile non è ancora stato ricevuto dai lavoratori. In questi due mesi si è svolto un tavolo istituzionale di mediazione in Prefettura, in cui come sindacato abbiamo richiesto la riassunzione di tutto il personale, precedentemente in appalto, nel momento in cui le attività produttive e commerciali venissero riaperte.

rossi catering

Inoltre, essendo stato nei mesi precedenti difficile prevedere tempistiche e modalità di tali riaperture, abbiamo chiesto che venisse creata una graduatoria che tenesse conto di anzianità di cantiere e carichi familiari. Precisiamo che oltre la metà di questi lavoratori ha 3 o più carichi familiari (fino a 6 in alcuni casi) e un’anzianità di almeno 10 anni.

Rossi Catering si è limitata a un generico impegno a riassumere in caso di ripresa questi lavoratori senza fornire alcuna garanzia su quantità e modalità, rifiutando la proposta avanzata da Adl Cobas di inserire i criteri oggettivi dei carichi familiari e anzianità di
cantiere. Allo stesso tempo durante i tavoli istituzionali, l’azienda ha sempre ribadito l’intenzione di riassumere tutto il personale nel momento in cui l’andamento del mercato lo permetta e ci fosse stato un ritorno allo stesso volume produttivo antecedente all’emergenza “Covid-19”.

Oggi siamo davanti ai cancelli di Rossi Catering a protestare perchè il lavoro all’interno del magazzino è tornato agli stessi livelli di prima ed è stato riassunto un gruppo di una decina di lavoratori, i quali sono quelli con meno anzianità e carichi familiari!

In questo modo si è svelato il vero motivo per cui l’azienda non ha voluto accettare la nostra proposta: poter aver totale discrezionalità nella scelta di chi riassumere, scaricando sulla collettività i costi sociali degli esuberi. Chiediamo pertanto l’immediata riassunzione di tutto il personale presente nell’appalto al 31 marzo scorso, anche perchè il periodo di
cassa integrazione “Covid-19” per questi lavoratori è agli sgoccioli e a breve rischieranno di rimanere senza reddito.

Sollecitiamo inoltre il pagamento delle casse integrazione relative ai mesi di marzo e aprile e dei relativi assegni familiari.


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