Apprendistato Duale, Bonomo (Confartigianato Veneto): “in Manovra 50 milioni in meno”

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assemblea confartigianato, parla Bonomo

“Un ritorno al passato miope e decisamente negativo che rischia di ridurre la virtuosa contaminazione tra scuola e imprese e penalizzare le azioni più innovative soprattutto qui in Veneto che, tra i più penalizzati rischia una riduzione di quasi 5 milioni di euro”! A lanciare l’allarme il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Agostino Bonomo a fronte della mancata disposizione, nel maxi emendamento depositato in questi giorni dal Governo in Commissione Bilancio al Senato, dell’incremento di 50 milioni di euro, a valere sul Fondo Sociale per l’occupazione e la formazione, per il finanziamento dei percorsi formativi rivolti all’apprendistato duale nell’ambito dell’istruzione e formazione professionale (IeFP) che erano stati previsti invece garantiti nelle ultime due manovre portando la dotazione a 125 milioni annui.

“Ora –prosegue Bonomo-, qualora il maxi-emendamento non subisse le opportune modifiche, e su questo appoggeremo per quanto in nostro potere l’emendamento presentato al Senato da una delle forse di maggioranza, si tornerebbe ai 75 milioni “ordinari”. Un taglio del 40% che penalizzerebbe soprattutto Veneto Lombardia e Piemonte che, in questi anni, si sono impegnate fortemente nella diffusione di questi percorsi di formazione duale e che, proprio in forza dei risultati raggiunti, ricevevano il maggior numero di risorse”.

La ripartizione delle risorse per il finanziamento dei percorsi formativi della IEFP avviene tra le Regioni tenendo conto di diversi criteri: del numero di iscritti all’istruzione e formazione professionale realizzati dai CFP (60%), del numero complessivo di studenti qualificati e diplomati presso i CFP (25%) e del numero complessivo dei qualificati e diplomati presso gli istituti professionali di stato in regime di sussidiarietà.

“La nostra Regione –precisa il Presidente-, grazie a questa ripartizione nell’ultimo anno (2019) ha intercettato quasi 12 milioni di euro (pari al 9,5% del totale delle risorse complessivamente a disposizione per tutte le Regioni). Se la riduzione di 50 milioni venisse confermata, perderemmo circa 5 milioni di euro. Si tratterebbe di una scelta miope e molto grave non solo per il nostro sistema di formazione professionale ma anche per l’occupazione dei giovani per la competitività delle nostre imprese manifatturiere che spesso attingono a questo vivaio per i loro inserimenti professionali”.

Colpire un sistema che si era a fatica strutturato in questi ultimi anni, significa fare un altro passo indietro nel rapporto scuola e impresa. Un altro passo nella direzione sbagliata dopo quello già fatto lo scorso anno con la riduzione dei fondi per l’alternanza scuola lavoro che rischia di produrre nel nostro Paese lo smantellamento di tutti quei percorsi educativi integrati che, sulla base di una co-progettazione virtuosa tra scuola e impresa, assegnano un valore importante e formativo al “lavoro”.

“Dopo questa controriforma –conclude-, se già eravamo maglia nera in Europa per la nostra capacità di integrare scuola e lavoro, saremo probabilmente destinati ad uscire di scena, con effetti negativi per la competitività del nostro sistema produttivo, per la disoccupazione e l’inattività giovanile. Quello che preoccupa in generale è l’atteggiamento che, sia questo governo che quello precedente, hanno dimostrato di avere nei confronti del “lavoro”. Lo trattano come una croce da portare sulle spalle e da sopportare per il più breve tempo possibile: si spiegano così queste misure che vanno lette assieme a quelle che riguardano quota 100 e il reddito di cittadinanza.