Da alcuni mesi vengono saltuariamente riproposte, da taluni mezzi di informazione, notizie che esprimono una valutazione critica sull’operato di ARPAV – riporta una nota dell’Ente – risalente a diversi anni fa, in merito alla contaminazione da PFAS in una vasta area delle province di Vicenza, Verona e Padova nonché, in particolare, nei confronti dell’azienda individuata come fonte della contaminazione.
Le critiche si basano su alcuni passaggi dell’annotazione di polizia giudiziaria dei NOE di Treviso del luglio 2018, conclusiva delle indagini del procedimento penale 1943/16, svolte su delega della Procura di Vicenza e realizzate anche con il contributo e la collaborazione di ARPAV. Le indagini del procedimento in questione, si sono peraltro concluse lo scorso gennaio e vedono attualmente dieci indagati, a vario titolo, per reati connessi all’ambiente.
Ad oggi, nessun procedimento penale risulta essere stato avviato a carico di personale ARPAV. Come è noto, è stata proprio l’Agenzia ad individuare la principale fonte di contaminazione da PFAS nell’area di cui trattasi, nell’ambito delle proprie attività di controllo e monitoraggio.
Si precisa altresì che ARPAV ha sempre collaborato attivamente con tutte le Autorità preposte, mettendo in atto ogni attività tecnico scientifica per contrastare gli effetti dannosi dell’inquinamento e al fine di accertare i fatti.