Arrestati in Germania due dirigenti della Thyssen. Intanto 84 lavoratori morti nel 2019…

207
Sicurezza sul lavoro lavoratori impresa edile
Sicurezza sul lavoro

Una notizia diffusa dall’agenzia tedesca Onvista. I due dirigenti della Thyssen, l’ex amministratore Harald Espenhahn e, il dirigente Gerard Priegnitz, condannati in forma definitiva per il rogo di 11 anni fa nel quale morirono sette operai , sono stati arrestati oggi in Germania dove si erano “rifugiati”.

Sono passati anni dalla sentenza definitiva ma, finalmente, i due condannati dovrebbero entrare in carcere per scontare la pena inflitta loro. Probabilmente in Germania non sconteranno l’intera condanna (9 anni e 6 anni e dieci mesi) in quanto in Germania la pena massima per l’omicidio colposo è di 5 anni. Comunque, che siano stati arrestati, è una buona notizia.

Mi sembra giusto anche in questa occasione ricordare almeno i nomi degli operai che persero la vita in maniera atroce nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007.  E’ necessario che Antonio Schiavone. Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino non furono vittime di tragica fatalità ma furono uccisi dalla mancanza di sicurezza che era la norma in quello stabilimento (e in tanti altri nel nostro paese).

Ed è anche doveroso sapere che in Italia da inizio anno al 21 febbraio sono morti nei luoghi di lavoro 84 lavoratori nella sostanziale indifferenza del governo, delle istituzioni e della “grande” informazione.

Articolo precedenteAIM Gruppo: gli amministratori unici delle società sono Costenaro, Omassi, Rigon e Stella
Articolo successivoI pupazzi
Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.