«Per anni ha prelevato dal conto corrente della cugina malata, che gestiva essendone il tutore, diverse somme di danaro, con l’intenzione di restituirle. Ma, prima di completare il rimborso, il giudice tutelare lo aveva segnalato in procura. L’altra mattina, Arrigo Abalti, 58 anni, di Vicenza, ha patteggiato davanti al giudice Gianesini e al pubblico ministero Brunino un anno e sei mesi di reclusione; la pena per l’imputato, difeso dall’avv. Lino Roetta, è stata sospesa»
A dare la notizia giovedì 16 giugno nelle pagine generiche della Provincia (il tribunale è a Vicenza, la danneggiata a Vicenza, Abalti vive a Vicenza) è stato Il Giornale di Vicenza descrivendo chi ha patteggiato in maniera molto sibillina, come ci ha segnalato un lettore che voleva saperne di più perché, ci ha scritto, «se la notizia c’è, e di certo c’è, e per giunta neanche drammatica visto che il “patteggiante” sta raddrizzando la situazione, il foglio locale non fornisce al lettore alcuni dettagli, apparentemente non direttamente connessi con la vicenda ma che inquadrano un protagonista da tempo della vita di Vicenza e della provincia a livello politico, professionale, imprenditoriale e pubblico».
Infatti per il GdV Arrigo Abalti, che “doveva rispondere di peculato per una vicenda famigliare” è “un consulente commerciale, socio di una società editoriale, manager pubblico è presidente di una società in house di alcuni Comuni del Basso Vicentino che si occupa fra l’altro di smaltimento di rifiuti) e volto noto del mondo politico“.
Per il lettore e gli altri cittadini interessati alla notizia completa aggiungiamo solo che la società editoriale, di cui non è solo socio ma anche membro del Cda, tra l’altro vincitrice del bando per il discusso trimestrale dell’era Rucco, “La città di Vicenza“, che dovrebbe “cessare”, anche per impegni presi dal neo sindaco Giacomo Possamai, a giugno 2023 salvo colpi di coda della ex Giunta Rucco, è Tviweb srl (si legge nella sua gerenza “Testata Street Tg Autorizzazione: Tribunale Di Vicenza N. 1286 Del 24 Aprile 2013. Luca Faietti Direttore Fondatore ed Editoriale – Arrigo Abalti Fondatore – Direttore Commerciale e Sviluppo – Paolo Usinabia Direttore Responsabile Copyright © 2023 Tviweb. All Rights Reserved | Tviweb S.R.L. P.Iva E C.F. 03816530244 – Sede Legale: Brendola – Via Monte Grappa, 10 Concessionaria pubblicità Rasotto Sas)
L’innominata “società in house di alcuni Comuni del Basso Vicentino” di cui Arrigo Abalti, noto in città fine dai tempi della sua attività politica nel centro destra dal 1998 al 2012, in Comune e in provincia (qui la restante parte del suo ricco curriculum, ndr), è presidente è Utilya s.r.l. “una società di diritto privato (è una Società a Responsabilità Limitata) a capitale prevalentemente pubblico costituita dai comuni di Alonte, Arcugnano, Lonigo, Val Liona, Villaga e Zovencedo“.
Pensiamo di aver fatto una cosa gradita ad Arrigo Abalti rivelando i dettagli che il giornale, con cui in passato aveva pure collaborato e che con altri personaggi pubblici talvolta è più “caustico”, aveva omesso non facendogli, alla fine, una buon servizio perché così ha alimentato le fantasie di chi aveva letto il suo articolo, che pure evidenziava tutti i particolari familiari di prelievi non proprio edificanti pur se motivati da difficoltà personali (leggi di seguito il seguito dell’articolo a firma D.N., ndr), che Abalti, grazie ai suoi numerosi impegni, pubblici e privati, professionali e imprenditoriali, e alle sue capacità, siamo sicuri abbia superato nel frattempo.
Ecco, se un appunto, anzi un consiglio, possiamo dare ad Abalti è che, se una persona ha una certa visibilità, e responsabilità, grazie anche a numerosità attività con un mix tra quelle private e quelle di servizio pubblico, sarebbe meglio rendere noti i propri problemi con dignità e umiltà prima che arrivino in tribunale o, a volte peggio, sui media, che, poi, li raccontano come vogliono.
Noi, che, pure non abbiamo ruoli pubblici, ma rispondiamo ai lettori e ai cittadini per il servizio, di fatto pubblico, che svolgiamo nell’informazione, mai abbiamo nascosto le nostre vicende giudiziarie anche se, magari, proprio quelle ci hanno messo in gravi difficoltà economiche e anche se avremmo potuto farlo perché tutto quanto abbiamo subito (e subiamo) è nato dalla volontà, ancora mai doma (neanche dopo sentenze sfavorevoli ma con nessuna che inquina il nostro certificato penale, anche se i media se ne sono dimenticati), di raccontare documentandoli fatti e fattacci dei poteri…
*
Creazzo. Il tutore della malata ha patteggiato per peculato
Ha prelevato dal conto della cugina: 18 mesi
L’imputato sta restituendo da tempo gli 89 mila euro
Dagli anni Novanta, su richiesta dello zio, era tutore della cugina (deceduta lo scorso anno), affetta da un grave handicap, e ne gestiva il conto corrente; un’attività di volontariato in famiglia, nel corso della quale però Abalti rivestiva il ruolo di incaricato di pubblico servizio, soggetto al controllo del tribunale. In base a quanto ricostruito, dal febbraio 2013 fino alla fine del 2017 l’imputato aveva compiuto una serie di prelievi dal conto della cugina per ragioni estranee all’interesse di quest’ultima: trovandosi in difficoltà economiche e personali, aveva pensato di farsi “prestare” delle somme dalla parente, che poi le avrebbe restituito. A chiedere lumi sul suo comportamento erano stati alcuni cugini. «Non abbiamo litigato, volevano che rendessi conto delle spese», ha spiegato il consulente. «Abbiamo raggiunto un accordo fra di noi per la restituzione, e da allora verso periodicamente la somma pattuita». Qualche tempo dopo, però, la vicenda è finita davanti al giudice tutelare, che ha deciso comunque di segnalare il comportamento del tutore in procura: restituzione o meno, non avrebbe dovuto impossessarsi, seppur temporaneamente, delle somme della tutelata. Anche perché Abalti non era stato puntuale nella presentazione della rendicontazione, che è obbligatoria per legge. Il tribunale ha anche nominato un consulente per verificare nel dettaglio i conti; quest’ultimo ha stimato in 89 mila euro la somma prelevata in maniera non legittima (una cifra peraltro leggermente inferiore ai calcoli fatti in famiglia). Di qui l’indagine del magistrato; prima dell’udienza, la difesa ha chiesto di poter patteggiare, per chiudere subito la vicenda giudiziaria. La pena è stata contenuta anche per il fatto che l’imputato ha risarcito quasi integralmente anche la parte che oggi, visto il tempo trascorso, è caduta in prescrizione. «Era un periodo difficile, e non intendevo certo portare via i soldi di mia cugina, né commettere reati, ma di utilizzarli in maniera temporanea per esigenze personali senza farle mancare assolutamente nulla – precisa Abalti -. Ho vissuto una situazione di disagio, anche in famiglia, ma ci siamo chiariti fra di noi e i miei cugini hanno compreso la mia buona fede. Prima con il giudice tutelare, poi con la magistratura inquirente, mi sono subito messo a disposizione; per me l’importante è di essere rimasto in buoni rapporti in famiglia, attraverso una soluzione pacifica, e per questo ho provveduto, e continuo a farlo, a restituire quelle somme. Mi dispiace moltissimo per quello che è accaduto, ma fortunatamente oramai sono cose del passato»
D.N.