In un momento storico in cui tutto costa e anche la cultura e, quindi, l’arte è sempre meno accessibile, occorre tornare alla semplice ed utile bellezza di “ciò che si può usare e non comprare”. Questo non vuol dire che la gratuità non dia valore alle cose, anzi ci può far riflettere sul fatto che il valore non sta solo nel costo.
“(…) In una società dove tutto è diventato merce occorre la riabilitazione del gratuito, di ciò che si può usare ma non comprare.”: le parole di Alexander Langer, scritte all’inizio degli anni ’90, trent’anni dopo sono ancora efficaci ed attuali per la nostra società.
Cosa si può fare, quindi, perché in una piccola città come Vicenza venga dato il giusto valore al gratuito?
Proviamo a dare il significato che spetta alla cultura, intesa come stato d’animo, come volontà e capacità di migliorare ogni giorno il proprio sapere.
Partiamo da un’idea molto semplice: il centro di Vicenza deve diventare uno spazio artistico a cielo aperto.
Questo deve avvenire tutto l’anno, molti giorni all’anno, scegliendo ogni due mesi un tema diverso.
Possiamo riflettere sul fatto che da tempo in città come Ferrara, Mantova o Bologna, sono nati eventi culturali importanti che si ripetono negli anni.
A Ferrara ogni estate in agosto c’è il Ferrara Buskers Festival sugli artisti di strada. A Mantova nel mese di marzo una Biennale di fotografia tutta al femminile che coinvolge tanti diversi luoghi della città. A Bologna gli eventi culturali sono persino troppi per poter essere citati, ma forse vale la pena ricordare il Festival di Internazionale (rivista di geopolitica ormai cult) e il cinema all’aperto gratuito in Piazza Maggiore.
La Vicenza del Palladio ha uno dei centri storici architettonicamente più interessanti d’Italia, ma le sue strade sono sempre più vuote, i negozi sempre più sfitti, bar e ristoranti chiudono presto e anche il sabato sera, dopo mezzanotte, diventa pericoloso girare per la città vuota.
Ridiamo vita alla città con eventi gratuiti all’aperto, mostre d’arte contemporanea, di arte antica, di fotografia, di artisti emergenti. Ogni due mesi in un quartiere diverso del centro e con temi nuovi. Portiamo allegria in città con la musica di qualche giovane busker (artista di strada) di talento. E coinvolgiamo anche i bar, i ristoranti e i negozi che vogliono partecipare.
Si può pensare a delle convenzioni vantaggiose sia per il pubblico che per i negozianti.
L’iniziativa può partire dal Comune stimolando le idee dei commercianti e andando incontro prima di tutto al pubblico giovane, che è più reattivo e curioso.
Individuato il format, tutti gli eventi previsti e da prevedere saranno riproponibili, almeno in linea teorica, all’infinito.
Bisogna cercare di mantenere gratuite le esibizioni, creando un’economia circolare che funzioni e si rinnovi continuamente. Servono buone idee, piani ben studiati, artisti che vogliono emergere, giuste intuizioni e soprattutto tanto entusiasmo.
Così Vicenza può essere davvero più viva.