Spesso Vicenza viene indicata come la terra che diede i natali – se non biologici, almeno artistici – a grandi artisti. Solitamente si ricordano i suoi architetti, come Palladio e Scamozzi e letterati, si pensi a Fogazzaro, Giuriolo, Piovene e Neri Pozza. Eppure l’arte vicentina non è solo architettura e letteratura. La sua propensione artistica si allarga ad abbracciare altre discipline. Vicenza è anche pittura e musica. Nonostante vi siano figure eminenti in entrambe queste arti, spesso passano in secondo piano all’ombra di maestosi edifici e dolci sonetti.
La pittura vicentina nel Novecento
La pittura vicentina inizia a porre le radici nella piccola città veneta già a partire dal ‘700. Tuttavia, solo dopo la creazione dello Stato Unito e il fermento dell’inizio del secolo nuovo la città ed i suoi artisti si trovano coinvolti in un clima stimolante e creativo. Emergono così cinque pittori: Francesco Noro e la figlia Nerina, Otello De Maria, Gueri da Santomio e Dino Lanaro.
Nonostante le lievi differenze di stile e di tecnica rappresentativa scelta (dal carboncino agli acquerelli), vi sono degli aspetti comuni. Tanto per cominciare, tutti questi pittori hanno avuto un periodo di frequentazione delle accademie. L’ Accademia milanese di Brera vanta tra i suoi alunni e poi insegnati Francesco Noro, Dino Lanaro e Gueri Santomio. Quella olimpica conta tra i suoi Nerina Noro e Otello De Maria. Insomma i pittori vicentini novecenteschi si caratterizzano per una grande preparazione e cultura pittorica maturata attraverso uno studio accademico. Di questo tratto risente molto la resa artistica, che si caratterizza per una piena padronanza della tecnica.
Altra considerazione, seppure più banale, è la scelta dei soggetti. Nella maggior parte dei casi, ricade su paesaggi e ritratti. Questa scelta artistica risente, ancora una volta, dell’accademismo di questi artisti, che, infatti, prediligono soggetti meno complessi, con movimento assente, piuttosto che su quelli che richiedano uno studio prolungato per la perfetta applicazione delle regole e degli insegnamenti tecnici acquisiti.
La musica vicentina più recente
Quando, invece, si parla di musica, il passato vicentino lascia il testimone a un presente ricco di successo con artisti come SanGiovanni, Madame, Francesca Michielin e Leiner Riflessi (ex cantante dei Dear Jack), che hanno partecipato a numerosi contest o programmi: a Sanremo SanGiovanni, i Dear Jack di Leiner, la Michielin che raggiunse il podio nel 2016 venendo poi selezionata per l’ Eurovision dello stesso anno. Molti fra loro hanno iniziato il loro percorso nel mondo della musica a partire da programmi come Amici (come i Dear Jack e SanGiovanni) o X Factor (per esempio la Michielin che vinse la prima edizione). Ma le nuove generazioni non sono le uniche che risentono del clima artistico vicentino.
Baluardo della cultura vicentina e della musica popolare, rimane ancora oggi, all’età di 88 anni, Giuseppe De Marzi, detto Bepi. Questo musicista, compositore e direttore di coro, esalta tutte le sue radici vicentine nei testi della sue canzoni e nella lingua scelta, il Veneto, nella sua cadenza vicentina.
Insomma, non si può negare che oltre alle più conosciute architettura e letteratura, Vicenza è anche pittura e musica. In un dialogo stimolante tra forme d’arte diverse, la nostra città si qualifica per un patrimonio artistico vario, magari non ai livelli del Palaldio e dei Neri Pozza, ma vivo. Sarà compito delle nuove generazioni mantenere e accrescere un lascito così stimolante.