Per l’artigianato vicentino un bilancio del 2023 positivo in termini di numero di imprese e occupazione. È quanto rende noto Confartigianato Imprese Vicenza, con il presidente Gianluca Cavion che si dice certo che ora, la sfida sia di cogliere le opportunità legate all’innovazione e alla sostenibilità.
Secondo COnfart Vicenza, per quanto riguarda i settori dell’artigianato vicentino, sono Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali a far registrare la crescita più cospicua (+10,5%). Tra i settori in crescita anche Pproduzione di software, consulenza informatica e attività connesse (+9,3%), Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine e apparecchiature, Attività creative, artistiche e di intrattenimento, entrambe con un +4,5%, e Attività di servizi per edifici e paesaggio (+4,4%).
I dati sono contenuti in un’analis dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza considerate le titolarità delle imprese, che spiccano tra i 16 settori driver (quelli con almeno 50 aziende registrate) presentando un saldo positivo nell’anno pari a +164 unità, in contrapposizione al saldo di -192 unità registrato negli altri comparti.
“Si tratta – spiega il presidente, Gianluca Cavion – di settori che rispecchiano i nuovi trend legati alla sostenibilità e all’innovazione, talvolta abbinati al comparto della casa: non a caso quello delle Costruzioni è un altro segmento in crescita. Molte imprese sono già sulla strada giusta ma per tutti Confartigianato promuove momenti conoscitivi e servizi tanto sull’innovazione, con il Digital Innovation Hub, che sulla sostenibilità, con l’hub è impresa sostenibile”.
Il 2023 per l’artigianato vicentino si chiude con appena 28 unità in meno, risultato ben migliore rispetto a quelli degli ultimi 15 anni che in media segnavano oltre meno duecento all’anno e sul quale pesano anche gli aspetti demografici legati al passaggio d’impresa. Dati in ogni caso positivi perché, rispetto al 2022, le nuove aperture continuano comunque a crescere e tornano sopra quota 1.300 (+4,4%), mentre è più contenuta la crescita delle cessazioni (+1,7%), che ha quindi permesso un saldo migliore di quello registrato nel 2022 (-62 unità).
A livello settoriale, si osserva la dinamica maggiore nei Servizi alle imprese che segnano una variazione pari a +0,8% rispetto al 2022, seguono i Servizi alle persone con un +0,5%, come detto variazione positiva per le Costruzioni (+0,1% su 2022), soffre il Manifatturiero (-1,4%, in leggero miglioramento rispetto al -1,7% registrato nel 2022). Tra i diversi territori si segnala la performance positiva dell’Area Nord Est Vicentino.
Quanto alla forma giuridica, per la seconda volta nell’ultimo decennio (la prima era nel 2021), si nota un saldo positivo tra aperture e chiusure di ditte individuali, pari a +51 unità, oltre alla consueta inarrestabile crescita delle società di capitali (+25 unità, pari ad una variazione del +0,8% rispetto al 2022). In contrazione, invece, le società di persone che segnano una variazione pari a -2,5% rispetto ad un anno prima.
“Dai dati emergono due elementi. Da un lato molte imprese tendono a strutturarsi sempre di più, e ciò consente loro anche di entrare a pieno titolo nelle filiere di maggior valore, dall’altro offrono servizi e prodotti in linea con le mutate richieste del mercato anche in chiave di personalizzazione – continua Cavion -. L’ottimizzazione delle risorse e investimenti sulle competenze permettono alle aziende di continuare la propria attività. Ciò che caratterizza l’artigianato, soprattutto negli ultimi anni, è la capacità di adattarsi ai cambiamenti. Un percorso tanto più evidente oggi dove temi quali l’intelligenza artificiale, e la sostenibilità in tutte le sue declinazioni, avanzano impattando in tutti gli aspetti della vita e perciò anche nelle realtà artigiane che devono saperne cogliere le opportunità senza rinunciare alla propria identità”.
I dati sulle imprese si riflettono sull’occupazione dei dipendenti che anche nel 2023 continua a crescere sebbene con un leggero rallentamento, come in tutti gli indicatori economici. L’indagine congiunturale semestrale sull’andamento dell’artigianato vicentino realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza, che ha coinvolto un raggruppamento di 1.744 micro e piccole imprese con dipendenti che occupano 10.793 persone, rileva infatti che a fine 2023 l’occupazione segna un +1% rispetto al 2022.
Nel dettaglio delle attività economiche, le maggiori crescite si registrano nell’Alimentazione (+6,5%), nell’Artigianato artistico e Orafo (+2,8%) e nella Moda (+2,4%), settori questi ultimi due a forte vocazione export.
Continua il forte aumento dell’occupazione femminile (+3,3%), mentre risulta stabile quella maschile. Andamenti superiori alla media per l’occupazione under 30 (+1,5%) e impiegati (+3,4%).
A trainare l’occupazione dipendente sono gli occupati di nazionalità italiana (+1,5% rispetto a fine 2022), mentre gli occupati stranieri registrano la prima contrazione da dopo la pandemia, con una flessione del 2,0% rispetto a fine 2022. Cala quindi un po’ la quota di occupati di nazionalità straniera che scende al 13,8% dell’occupazione dipendente delle imprese artigiane.
“I numeri sull’occupazione femminile e giovanile testimoniano di un artigianato inclusivo, che sa offrire concrete occasioni per la parità di genere e riconosce competenze e professionalità qualificate. Quanto ai giovani, il loro inserimento vuol dire portare creatività, innovazione, nuovo entusiasmo all’interno delle imprese oltre che ‘crescere’ nuovi futuri artigiani – prosegue Cavion-. In merito agli stranieri va fatta una riflessione più ampia che comprende tanto le competenze richieste dalle aziende, molto più specifiche rispetto a un tempo. Quanto le politiche di accoglienza e inserimento delle quali vanno anche migliorati gli strumenti di ingresso, uno per tutti il Decreto Flussi, le quote e il relativo click day che, come denunciamo da tempo sono insufficienti nella quantità e inefficienti nelle modalità”.