Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale della Gdf di Vicenza (qui altre notizie su GdF di Vicenza e altre località, ndr), su delega della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale berico, finalizzato alla confisca di beni e disponibilità finanziarie a carico di due soggetti economici operanti ad Arzignano e Chiampo nel settore conciario e, anche “per equivalente”, nei confronti del relativo amministratore, per un valore complessivo di € 216.004,71.
Il provvedimento cautelare, nell’ambito del quale sono state sottoposte a sequestro somme di denaro giacenti sui conti correnti, una polizza assicurativa e diverse partecipazioni societarie, rappresenta l’epilogo di un’attività investigativa condotta dai finanzieri di Arzignano, che ha complessivamente consentito di constatare redditi non dichiarati al Fisco per circa 1 milione di euro.
In particolare, sono stati eseguiti accertamenti ispettivi e di polizia economico-finanziaria nei confronti di una società a responsabilità limitata (s.r.l.) e di una ditta individuale, riconducibili al medesimo imprenditore operante nel settore del commercio all’ingrosso di cuoio e di pelli gregge e lavorate, rispettivamente con sedi operative in Arzignano e Chiampo.
In entrambi i casi, il soggetto attenzionato aveva omesso di presentare le prescritte dichiarazioni fiscali per gli anni d’imposta 2013 e 2014 e, durante i controlli delle Fiamme Gialle, non era stato in grado di esibire documenti contabili inerenti alle attività dell’impresa esercitate. Solo mediante una minuziosa attività di ricostruzione della capacità contributiva è stato possibile ricostruire i reali volumi d’affari conseguiti, e quindi individuare il profitto derivante dalla commissione dei reati di cui agli artt. 5 (omessa dichiarazione) e 10 (occultamento o distruzione di documenti contabili) del D. Lvo n. 74/2000.
Peculiare importanza riveste il fatto che sui conti correnti intestati direttamente al responsabile degli illeciti tributari non sono state individuate disponibilità finanziare da aggredire a vantaggio dell’Erario, reperite invece su quelli di una società scaligera allo stesso riconducibile. L’imprenditore aveva tentato inoltre di occultare le quote di una propria partecipazione societaria utilizzando lo schermo di una società fiduciaria formalmente collocata a Milano.
Il complesso meccanismo posto in essere per aggirare i controlli è stato, tuttavia, ricostruito dai finanzieri della Compagnia di Arzignano, che hanno segnalato il tutto alla Procura berica.
Nella città meneghina è risultata avere la sede anche una società intestataria di due polizze titoli e una polizza assicurativa nella completa disponibilità dell’interessato autorizzato ad operare in veste di amministratore e rappresentante legale, e sottoposte pertanto a sequestro.
L’attività svolta si inquadra nella più ampia azione svolta dalla Guardia di Finanza berica, sotto il costante coordinamento della locale Procura della Repubblica, a contrasto dell’economia sommersa e delle frodi fiscali che, oltre a sottrarre ingenti risorse finanziarie allo Stato, alterano le regole del mercato e danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti. Sono questi ultimi, infatti, i soggetti maggiormente danneggiati dalla perpetrazione di condotte di concorrenza sleale messe in campo da impresari senza scrupoli, in quanto si vedono illecitamente comprimere le proprie legittime aspettative di crescita e sviluppo, frutto di lavoro e sacrificio.
Si rappresenta che la misura è stata adottata su ordine dell’Autorità Giudiziaria e che, comunque, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
Il comunicato è diffuso a seguito di autorizzazione della competente A.G. ricorrendo motivi di pubblico interesse.