Lasciare fuori dal cancello di un asilo nido comunale un bambino perché i genitori non hanno pagato la retta mensile di 120 euro non è certo un segnale di “città inclusiva”: questa la premessa di una nota di Rifondazione Comunista – Federazione di Vicenza che pubblichiamo nei suoi contenuti, che non siamo riusciti a verificare con l’assessore Selmo che, quindi, siamo pronti ad ospitare.
A rendere la vicenda ancora più grave, prosegue in sintesi la nota di Rifondazione Comunista di Vicenza, sono le parole dell’assessore competente, Giovanni Selmo (che, ripetiamo, attendiamo per la replica che non siamo riusciti a chiedere in tempo utile, ndr), che si aggiungono al danno evidente subito dal bambino e dalla sua famiglia. I genitori si sono visti letteralmente chiudere in faccia il cancello dell’asilo nido dei Ferrovieri, mentre ancora si attende chiarezza sul pagamento della retta, visto che lo stesso assessore ha dichiarato alla stampa che sono in corso verifiche su un possibile disguido.
Il punto è che l’assessore di una sedicente amministrazione di centro-sinistra rincara la dose: «Ovviamente il pagamento delle rette è un atto di responsabilità, anche perché a Vicenza le quote sono alla portata di tutti». Un’affermazione che stride fortemente con la realtà di molte famiglie che non percepiscono uno stipendio mensile lordo di 7 mila euro, come quello dell’assessore.
Selmo dimostra zero empatia nei confronti delle famiglie che vivono con redditi bassi, precari o saltuari, che faticano ad arrivare a fine mese. Per loro, oltre alla retta dell’asilo nido, si sommano il rincaro degli affitti, delle bollette, delle spese mediche, del cibo e del vestiario, senza contare l’impossibilità di concedersi piccoli svaghi in famiglia.
Un comportamento che ricorda, come sottolinea Rifondazione Comunista, l’albergatore di Betlemme che 2000 anni fa lasciò fuori dalla porta un’intera famiglia: «Non c’è posto se non hai i soldi».
L’inclusione non si costruisce con parole vuote o con regolamenti che, alla prima retta non pagata, mettono i minori alla porta e i genitori alla berlina, senza nemmeno avviare i dovuti controlli tramite i servizi sociali. Una vera amministrazione di centro-sinistra dovrebbe invece tutelare i minori, anzitutto attraverso atti concreti.
Rifondazione Comunista ritiene, quindi, che l’inclusività vada perseguita con misure reali:
- riduzione delle rette per l’accesso agli asili nido comunali per le famiglie con ISEE basso;
- allungamento degli orari di apertura;
- abbattimento delle liste d’attesa.
Infine, Rifondazione Comunista chiede la revisione del regolamento comunale: un bambino o una bambina non possono mai essere lasciati alla porta.
Rifondazione Comunista – Federazione di Vicenza