Le proteste di luglio, che avevano visto i lavoratori e le lavoratrici di Askoll di Dueville scendere in strada insieme a Fiom Cgil e Uilm Uil per avere chiarezza sul futuro dell’azienda e chiedere la ripresa della trattativa sul contratto interno, hanno sortito rassicurazioni che poi non hanno trovato riscontro nella realtà: in questi mesi, sostengono i sindacati, le proposte aziendali hanno al contrario alimentato dubbi e incertezze sia sulla gestione dell’azienda sia sulla considerazione nei confronti dei dipendenti. Carla Grandi della Uilm di Vicenza spiega che le promesse della dirigenza sono rimaste tali: “Il presidente Marioni aveva rassicurato dipendenti (qui il nostro articolo, ndr,), organizzazioni sindacali e cittadinanza che l’azienda si sarebbe assunta l’impegno a presentare il piano industriale e a riprendere la trattativa per migliorare le condizioni economiche dei lavoratori e delle lavoratrici. Questo impegno non l’abbiamo riscontrato da parte di coloro che si occupano di relazioni sindacali alla Askoll e che hanno, in questi mesi, sempre risposto di no alle nostre proposte”.
Laura Scalzo della Fiom Cgil vicentina ricorda che gli accordi sindacali oltre a servire a far crescere le retribuzioni e far conciliare i tempi di vita e quelli di lavoro, sono anche una cartina tornasole per capire quanta attenzione c’è da parte delle imprese verso il futuro dei propri dipendenti e dell’azienda: “Nel nostro caso – sottolinea Scalzo – l’azienda non ha fatto altro che offrire 500 euro di premio solo ad una parte dei lavoratori e lavoratrici con una serie di criteri impossibili da raggiungere fra i quali c’è un parametro legato al budget di gruppo assolutamente lontano dai risultati reali conseguiti dall’azienda”.
Non solo, ma alla ricezione del premio sono legati ulteriori quattro parametri tra cui il conteggio delle assenze, che riproporziona già un misero premio esistente e che considera come “assenza” anche permessi 104, maternità, infortunio e persino la partecipazione alle assemblee sindacali.
Le due sindacaliste concludono tracciando la situazione dell’azienda: “Askoll 2, che si occupa di acquariologia, ha i conti in ordine e non possono, quindi, essere i lavoratori e lavoratrici di questa realtà a pagare per le scelte preoccupanti dell’azienda, come quelle che si fanno in Askoll E, fornitrice di schede elettroniche, che pare non avere un contratto con il principale cliente tale da garantire volumi produttivi e che ha comunicato all’Askoll un calo di produzione e a subirne le conseguenze sono tutti i lavoratori e le lavoratrici, ormai in cassa integrazione costante”.