La Fim Cisl di Vicenza è intervenuta con un comunicato in merito alla situazione del gruppo Askoll e alle proteste dei lavoratori.
La vicenda che coinvolge il gruppo Askoll di Dueville da una parte ed il sindacato dall’altra, merita di essere esaminata portandone alla luce i contenuti fondamentali.
Pochi mesi fa, dopo 15 anni di tentativi, si dà inizio ad un vero tavolo negoziale al quale partecipa attivamente la FIM CISL di Vicenza, che ha l’obiettivo di raggiungere un accordo aziendale che migliori le condizioni contrattuali dei lavoratori.
Tale accordo si compone di due parti: una di regole in melius e un’altra di indicatori performanti da raggiungere, che si trasformano in moneta da ripartire a seconda dei risultati ottenuti a fine anno.
Durante un incontro di fine giugno, Askoll dichiara alle parti trattanti la decisione di congelare tutta la trattativa, spostandola al 2025, aprendo anche ad un periodo di Cassa Integrazione Ordinaria che coinvolge una parte dei lavoratori in Askoll E e per un paio di giorni al mese gli indiretti in Askoll EVA.
Il congelamento della trattativa è un’azione che comporta la reazione di chi rappresenta la volontà e le aspettative dei lavoratori; da lì inizia la prima ora di sciopero unitaria.
L’azione sindacale, anche attraverso lo strumento della protesta, deve però tendere al risultato: il tavolo negoziale. Senza trattativa non c’è risultato per i lavoratori, minando così gli equilibri tra le parti coinvolte.
Si è scritto, detto e fatto di tutto nei giorni successivi.
La FIM CISL con i suoi rappresentanti sindacali presenti nelle divisioni Askoll EVA ed Askoll E, attraverso i comunicati sindacali, ha sempre avuto chiaro l’obiettivo: portare Askoll a riprendere la trattativa, rilanciando una proposta negoziale che tiene assieme la parte delle regole già per il 2024 e che traghetta la parte economica prima del 2025. Proposte che, se condivise, andranno valutate dai lavoratori.
Fa un errore chi alimenta il dissapore dei lavoratori tra le unità produttive, per esempio addossando ai colleghi della divisione Askoll EVA una delle cause dei problemi. Operai che stanno lavorando a pieno regime in un contesto di fragilità del mercato.
La natura del contenzioso è una sola: la mancata volontà del gruppo Askoll di dare un segnale di valore a chi produce valore.
Che l’azienda intenda fare un giro largo, per presentare il conto sotto forma di esuberi o delocalizzazioni, non vi è contezza con quanto dichiarato da Askoll durante la trattativa, secondo quanto percepito dai delegati sindacali FIM.
Permane invece uno stato di immatura sospensione delle relazioni sindacali, in più occasioni evidenziato anche dalla FIM ancor prima dell’inizio del contenzioso.
Le bandiere di questo sindacato rimarranno a sventolare fino a che giungerà un segnale di riapertura del negoziato.