Ha centrato l’obbiettivo l’assemblea organizzata dal Comune nel Teatro civico per dare risposte sulla ormai imminente Tav/Tac? Probabilmente no. Perché ben pochi dei quaranta quesiti scritti, depositati on line dai cittadini, hanno ottenuto spiegazioni convincenti da parte dello staff di tecnici che Iricav e Rfi hanno schierato sul palco a fianco del sindaco Rucco. E, anzi, molte affermazioni degli ingegneri sono state accolte con sonore disapprovazioni.
Va detto, però, che la parte più rumorosa del pubblico era costituita da una quarantina di No Tav con “doppio passaporto” Bocciodromo, muniti di cartelli e striscioni, mentre la maggior parte degli spettatori (età media: pensionati) ha solo ascoltato senza intervenire. D’altro canto, la situazione era piuttosto ingessata: si entrava in teatro solo su prenotazione; non erano ammesse domande in sala (anche se, poi, qualche deroga c’è stata come nel caso dell’ex assessore Cicero a cui è stato concesso un lungo intervento) e quelle depositate potevano solo avere natura tecnica; il tempo massimo per le risposte era di due minuti; non erano ammesse repliche. Come ha più volte ricordato il conduttore, il giornalista Antonio Di Lorenzo (ex caporedattore del Giornale di Vicenza ora alla guida del settimanale free Il Vicenza): “questo non è un dibattito”.
Il risultato è stato un’assemblea un po’ sonnolenta, risvegliata di tant’in tanto dalle contestazioni dei No Tav, ma in massima parte improntata a una rigida alternanza lettura del quesito-risposta del tecnico. E gli ingegneri aggiungevano al clima soporifero generale un parlare monocorde e molto manageriale.
Scarsa, come dicevamo, la partecipazione dei cittadini, in platea erano circa quattrocento compresi i politici, altrettanti quelli collegati on line. La scelta dell’orario d’inizio (le 17,30) e del giorno feriale per l’incontro-poco-confronto ha senz’altro tenuto lontani molti vicentini interessati al tema “Treno Av/Ac a Vicenza. Illustrazione del progetto definitivo del 2° lotto funzionale – Attraversamento di Vicenza a cura di Rfi e Iricav Due“, che campeggiava nel maxischermo sul fondale del palco.
Chi si aspettava una platea gremita e vivace si è, invece, trovato davanti tantissimi buchi fra le file di poltrone, tant’è che non è stata raggiunta nemmeno la metà della capienza di novecento posti.
La maggioranza si schierava in forze nel parterre de roi: a sostenere Rucco c’erano assessori (il neodeputato Giovine, l’ansioso Ierardi per l’attesa di conferma di elezione, il vicesindaco Celebron, Zocca vistosamente seduto lontano dai colleghi, la quota rosa Tolio più Porelli) e consiglieri (il presidente del Consiglio Sorrentino, Dalla Negra, Naclerio, Cattaneo). A sostegno anche due illustri ex, Enrico Hüllweck e Claudio Cicero.
La minoranza, invece, era tale anche a teatro vista la presenza di appena tre consiglieri: Pupillo, Nicolai e Rolando. Daniele Ferrarin, già M5s e ora in Europa Verde, faceva gruppo con i No Tav, raggiunti anche dall’ex consigliera comunale Valentina Dovigo, fervente ambientalista.
Il sindaco Rucco ha scelto il basso profilo, limitandosi ad una breve introduzione. Ha ricordato ancora una volta che la paternità del progetto va assegnata alla precedente amministrazione Variati e che la sua Giunta lo ha recepito “per senso del dovere”. “Nel 2017 io, come consigliere di minoranza, – ha precisato Rucco – non ho votato a favore del progetto non perché contrario ideologicamente ma per la preoccupazione dell’impatto sull’ambiente.”
Sulla doverosità per la nuova amministrazione di ereditare il progetto non sono d’accordo i contestatori, secondo i quali questo passaggio di consegne non era inevitabile e, comunque, ci si sarebbe aspettata una maggiore incisività del Comune nella fase di transizione dal progetto preliminare a quello definitivo.
Ai No Tav non è nemmeno piaciuto il video proiettato in apertura per illustrare lo sviluppo dell’opera e le mappe dei cantieri. In effetti, si sarebbe potuto produrre un filmato più coinvolgente. Al gruppo di contestatori va comunque riconosciuto di aver portato in assemblea contenuti fondati e concreti e di aver almeno tentato di far presente che una parte dei cittadini non vuole la Tav o, quanto meno, questa Tav. In che misura, poi, siano rappresentativi della cittadinanza non si sa. Gli abitanti del quartiere dei Ferrovieri, che sarà interessato per dieci anni dai cantieri e colpito dagli espropri, non hanno avuto un ruolo incisivo nell’assemblea. Forse hanno perso un’opportunità.