Nessun processo partecipativo all’Assemblea Tav di Vicenza: non si ascoltano i cittadini e si nascondono gli effetti dell’infrastruttura sul territorio.
La pensano così il consigliere comunale Leonardo Nicolai e i rappresentanti Ciro Asproso e Nora Rodriguez di Coalizione Civica per Vicenza. Il gruppo si è recentemente riorganizzato (leggi qui) in vista delle elezioni comunali del 2023 e prosegue nella sua opera di attenzione verso i temi cittadini.
Questo il pensero sull’Assemblea Tav svoltasi ieri sera al teatro Ca’ Balbi di Vicenza con i tecnici Rfi e Italferr per la presentazioni del tracciato Vicenza Est alla popolazione.
“Prima c’è stato lo spezzatino dei lotti funzionali – dicono – e ora arriva lo smembramento del tracciato ad Est per eludere la grana dello scavalcamento dei binari. Ma la finta alternativa del passaggio in trincea o in superficie, pur cambiando i fattori, non modifica il risultato finale.
L’opera è fortemente invasiva a causa dei troppi abbattimenti e delle barriere antirumore, è insostenibile sotto il profilo ambientale e non produce benefici sul fronte dell’efficienza trasportistica. Il difficile non è aggiungere due binari alla linea storica, ma gestire il servizio ferroviario in modo da potenziare il trasporto pendolare e interconnetterlo con i treni a lunga percorrenza.
Purtroppo – aggiungono Nicolai, Rodriguez e Asproso -, la mancata risoluzione dei problemi di transito a Porta Monte e il conseguente utilizzo promiscuo della Treviso – Schio (per tutti i treni locali e merci in uscita dalla Stazione di Vicenza) graverà pesantemente sulla mobilità regionale e di fatto, renderà vano ogni sacrificio sia economico che sociale.
Sarà pur vero, come sostiene il Sindaco, che il Tav a Vicenza passerà comunque, ma proprio per questo dobbiamo evitare lo scempio, ricercare una soluzione che risponda ai reali bisogni della città, e porre fine a questo ascolto di facciata. Occorre riprogettare il tracciato prendendo in considerazione l’ipotesi dei tre binari e implementando l’automazione della rete, anche con l’introduzione del sistema di geolocalizzazione satellitare già testato sulla tratta ferroviaria della Sardegna”.