“Una proposta deludente che non risponde ai reali bisogni della popolazione: per una seria riorganizzazione dell’assistenza territoriale la Regione Veneto dimostra, purtroppo, assenza di programmazione e di idee“. Partendo da questa considerazione la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg) Veneto proclama lo stato di agitazione.
“In una fase cruciale della trattativa – dice il sindacato -, di fronte a un nodo strategico per il futuro dell’Assistenza Territoriale, la necessità cioè di dare risposte efficaci alla popolazione attraverso la riorganizzazione degli ambulatori dei medici di Medicina Generale e il potenziamento del personale di studio, dalla Regione arriva una risposta inconsistente e lontana dalla vita quotidiana che si svolge negli studi dei medici di famiglia.
Alle nostre analisi e alle nostre proposte, ripetutamente avanzate, non sono seguiti segnali di apertura. Solo silenzio. Per questo, di recente, la FIMMG Veneto ha abbandonato il Tavolo negoziale per il rinnovo dell’Accordo Integrativo Regionale (AIR), il cui ultimo testo, lo ricordiamo, risale al 2005. Per questo, seppur a malincuore, per la terza volta in pochi anni, il sindacato si vede costretto a proclamare lo stato d’agitazione.
Le 7 ore settimanali – a fronte delle 14 da noi richieste – per ogni medico di Medicina Generale offerte dalla Regione per il personale amministrativo, come evidenziato nella bozza di proposta AIR arrivata a inizio dicembre, rappresentano un affronto al buon senso e una chiara dimostrazione di non aver compreso le criticità e di non volere proseguire nelle trattative”.
“Come abbiamo già sottolineato – spiega il segretario regionale Maurizio Scassola – questa bozza è irricevibile e non può rappresentare una base di discussione per una vera, seria, operativa ed efficace riorganizzazione dell’Assistenza territoriale in Veneto. Un territorio in cui, giova ricordarlo, circa il 40% dei colleghi lavora in perfetta solitudine, senza personale di supporto. Un territorio, inoltre, orograficamente e demograficamente complesso con problemi socio-assistenziali specifici in cui ancora oggi l’offerta organizzativa è frammentata, inammissibile per un Paese che vuole dare accoglienza, ascolto, prossimità ed equità nelle cure. Siamo ormai esasperati da questa mancanza di idee e di coraggio.
In un territorio come quello del Veneto – prosegue Scassola – per prendere davvero in carico i bisogni dei cittadini e attivare efficaci percorsi di assistenza e cura è indispensabile alzare il livello dell’organizzazione. Bisogna mettere i medici di famiglia, specie i giovani medici neo inseriti e i colleghi in formazione, nelle condizioni di lavorare in sicurezza e dignitosamente, con personale amministrativo e infermieristico adeguatamente formato per svolgere compiti e funzioni sempre più complessi.
Uno dei motivi della scarsa attrazione della Medicina Generale per le giovani generazioni è data proprio dallo scarso supporto organizzativo, strutturale e tecnologico. Sulla presenza del personale di studio si giocano la credibilità e la fattibilità di una vera presa in carico della persona. La proposta della Regione, invece, è carente, fuori dal tempo e lontana dai problemi quotidiani dei cittadini e dei loro medici di Medicina Generale. La battaglia della FIMMG Veneto è a difesa del cittadino e del Servizio Socio Sanitario Regionale”.