“Non si tratta di un insegnante veneto né il fatto, che offende la memoria di Norma Cossetto e degli istriani infoibati, è avvenuto in Veneto. Ma ugualmente, l’archiviazione del caso del docente dell’istituto nautico triestino, che ha irriso il film “Red Land”, sostenuto e finanziato dalla Regione Veneto, e il dramma delle foibe che la pellicola racconta, lascia perplessi e rammaricati”. L’assessore alla scuola della Regione Veneto, Elena Donazzan, dichiara tutto il proprio disappunto alla notizia della chiusura per archiviazione del procedimento disciplinare a carico di un docente dell’Isis Nautico “Savoia-Galvani” di Trieste che, nell’aprile scorso, aveva distribuito volantini con foto in bianco e nero in cui viene ritratto Fantozzi e la sua frase “Il film che state per vedere e’ una c….a pazzesca”. Il professore lo aveva fatto, fuori dall’orario scolastico, per contestare, all’ingresso di un cinema di Trieste, la proiezione riservata a circa 300 studenti di Trieste di ‘Red Land – Rosso Istria’, film dedicato alla tragedia delle Foibe.
“C’è una legge dello Stato che ha istituito il Giorno del Ricordo, il 10 febbraio di ogni anno, e che impegna tutte le istituzioni a fare memoria delle tragiche vicende che coinvolsero gli italiani di Istria e Dalmazia nella seconda guerra mondiale e negli anni del dopoguerra – ricorda l’assessore – La Regione Veneto, che è particolarmente vicina e legata alle comunità della sponda adriatica non solo per vicinanza geografica, ma per antiche e solide tradizioni storiche e culturali, si sente particolarmente investita da questo dovere della memoria. E ha promosso nelle scuole e nel territorio la proiezione del film “Rosso Istria” di Maximiliano Hernando Bruno, prodotto da Venicefilm e applaudito alla Mostra del cinema di Venezia lo scorso anno, per far conoscere e onorare la memoria di Norma Cossetto, la giovane studentessa istriana massacrata dai titini, e, con lei, la tragedia delle decine di migliaia di infoibati in terra istriana”.
“Assolvere chi oggi irride il dovere del ricordo e rinunciare a qualunque forma di condanna –conclude Donazzan – fa male al cuore, offende il lavoro educativo di scuole e istituzioni e umilia lo spirito di una legge della Repubblica, votata all’unanimità da tutte le forze politiche del nostro paese”.
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