Astaldi, N+V AG ci riprova: ancora un’offerta di acquisto sugli Strumenti Finanziari Partecipativi

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Dopo l’offerta pubblica di acquisto dello scorso aprile, la società svizzera N+V AG si offre nuovamente di acquistare i 3.199.975.846 Strumenti Finanziari Partecipativi (Sfp) emessi nell’ambito del concordato a favore dei creditori, obbligazionisti inclusi. L’offerta è iniziata il 23 settembre e durerà fino al 27 ottobre. Il prezzo è il medesimo di 5 centesimi ciascuno – spiega nel comunicato che pubblichiamo Anna D’Antuono, legale, consulente  Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr)  con la differenza che questa volta vi è un ammontare massimo di Sfp che l’offerente è disposto ad acquistare, ossia venti milioni di pezzi. N+V AG si riserva di acquistare anche quantitativi superiori, ma gli interessati faranno bene a non attendere perché fanno fede la data e l’ora di arrivo alla depositaria o all’offerente del modulo di adesione (che pubblichiamo in fondo).

Ricordiamo il regolamento degli Sfp. Nel concordato, Astaldi ha costituito un Patrimonio Destinato funzionale al soddisfacimento dei possessori degli strumenti finanziari partecipativi che sono stati assegnati ai creditori in ragione di uno strumento finanziario partecipativo per ogni euro di credito vantato. Le attività oggetto di liquidazione sono le principali concessioni: Terzo Ponte sul Bosforo (per cui è già avvenuta la cessione), Autostrada Gebze–Orhangazi–Izmir e Etlik Integrated Health Campus di Ankara, in Turchia, Aeroporto Internazionale Arturo Merino Benitez e Ospedale Metropolitano Occidente di Santiago, in Cile, i crediti e i lavori in corso in Venezuela vantati nei confronti dell’Ife (governo venezuelano) e l’attuale sede centrale della società a Roma. Tutto avverrà, secondo il piano, entro il 2023.

L’offerta non è direttamente rivolta al pubblico indistinto in Italia ed è quindi sprovvista di prospetto informativo approvato dalla Consob ma gli intermediari possono, ed anzi devono, informare la clientela poiché l’obbligo di informazione è distinto dalle norme relativo alla sollecitazione.

Cosa fare?

Come detto la volta scorsa, il valore di 0,17 euro attribuito nell’ambito del concordato, comunicato anche dalle depositarie estere agli intermediari quale prezzo di carico fiscale, appare oltremodo generoso, ma le speranze dei portatori sono rivolte ad un recupero maggiore del prezzo di opa. Del resto, non si comprenderebbe altrimenti la mossa di N+V AG, che cerca di approfittare della necessità, magari per motivi fiscali, di qualche creditore istituzionale di sbarazzarsi degli Sfp Astaldi, i quali non sono e non saranno quotati su alcun mercato sebbene siano stati immessi nel sistema di gestione accentrata Monte Titoli.

Può esserci una convenienza di natura fiscale per i comuni risparmiatori.

Dal punto di vista fiscale, la cessione in opa comporta il calcolo del capital gain e quindi emerge il credito di imposta rispetto al carico di 0,17 tranne nei casi in cui gli intermediari li hanno caricati a prezzo fiscale zero, dove invece si applica il 26% di aliquota sul controvalore complessivo compensabile con eventuali minus precedenti.

La convenienza sta nel fatto che, essendo gli Sfp degli strumenti finanziari assimilati alle azioni, le distribuzioni future saranno considerate dividendi e quindi tassate con l’aliquota ordinaria (attualmente 26%) e senza possibilità di compensazione con minusvalenze da capital gain.

Inoltre, una volta esaurite le distribuzioni, l’estinzione dal dossier titoli degli Sfp potrebbe non comportare l’emersione di una minusvalenza da capital gain, finendo quindi persa.

Anna D’Antuono, legale, consulente Aduc