Siamo probabilmente davvero arrivati al prendere o lasciare. La nuova offerta di Cassa depositi e prestiti e dei fondi Blackstone e Macquaire ad Atlantia per rilevavare la sua partecipazione dell’88% in Autostrade per l’Italia vale 1,4 miliardi in più rispetto alla precedente che era stata giudicata insufficiente dai destinatari. Secondo anticipazioni del quotidiano la Repubblica, la cifra aggiuntiva sarebbe il frutto di un insieme di detrazioni e compensazioni che vanno a definire la cifra iniziale. Si sono ridotte le valutazioni sui possibili rischi legali legati al disastro del ponte Morandi, è cresciuto l’ammontare dei ristori Covid. Non cambia la valutazione di Aspi che resta fissata a 9,1 miliardi. Cifra che però non dovrebbe più subire decurtazioni se non minimali. La valutazione riguarda il 100% di Aspi, per l’88% in suo possesso Atlantia incasserebbe quindi 8 miliardi di euro. Ai Benetton, principali azionisti di Atlantia con il 30%, andrebbero 2,4 miliardi di euro. L’azionariato di Atlantia non è però concorde nella valutazione dell’offerta. Se Benetton, Cassa risparmio Torino che ha il 4,8% e il fondo sovrano di Singapore Gic (8,2%) sono orientati a chiudere la partita altri soci sono molto più recalcitranti. In primo luogo il fondo londinese Tci che da sempre ritiene che una valutazione accettabile della società si collochi tra gli 11 e i 12 miliardi di euro. Dal lato degli offerenti è però molto difficile che si possa salire oltre. E in questo momento all’orizzonte non si vedono altri gruppi interessati o in grado ad avanzare controfferte.
Quanto alle tempistica domanti Atlantia dovrebbe procedere ad un valutazione informale dell’offerta da cui però si capirà da che parte pende la bilancia. Lunedì è in programma un’assemblea straordinaria degli azionisti che è è chiamata ad esprimersi su un passaggio tecnico per arrivare alla cessione vera a propria. L’eventuale via libera definitivo arriverà invece nell’assemblea del prossimo 5 maggio ma per quella data i giochi saranno probabilmente già in gran parte chiusi. Intanto ieri Aspi ha ricevuto una multa da 5 milioni di euro dall’antitrust. La società non ha provveduto a ridurre i pedaggi sulle tratte dove sono frequenti lunghe code e tempi di percorrenza elevati, “causati dalle gravi carenze da parte della società nella gestione e nella manutenzione delle infrastrutture che hanno richiesto interventi straordinari per la messa in sicurezza”.
Da Il Fatto Quotidiano