È proprio la versione online del quotidiano locale, Il Giornale di Vicenza, a dare la notizia di fatto sconvolgente a firma del collega Marco Bernardini, che l’ex parlamentare leghista, Alberto Filippi, sarebbe «accusato di associazione mafiosa» e «avrebbe pagato un sodale per sparare alla casa del giornalista» Ario Gervasutti, già direttore proprio del GdV e all’epoca dei fatti, luglio 2018, al servizio de Il Gazzettino (qui una delle nostre note di allora a firma di Edoardo Andrein, ndr).
Filippi, dopo l’uscita del padre ed averne acquisito le quote intestate al fratello, è il titolare della società Unichimica con sede principale a Torri di Quartesolo, interessata in passato, con una sua collegata immobiliare, a un’operazione commerciale milionaria impostata su terreni attigui a quelli del Cis (qui una rassegna di alcuni fatti, ndr), acquistati con un consistente finanziamento della Banca Popolare di Vicenza.
L’operazione, a cui parrebbe riferirsi la vicenda ora… esplosa, non sarebbe riuscita «per una “vendetta” politica nei suoi confronti di Manuela Dal Lago», anche lei parlamentare della Lega ed ex presidente della Provincia di Vicenza, che di fatto controllava il Cis.
Tutto questo secondo dichiarazioni di Filippi rilasciate alla nostra testata, web e cartacea, che già aveva querelato nella persona di chi vi scrive, con esito a noi totalmente favorevole, per aver riferito delle pressioni da lui chieste tramite l’allora presidente Zuccato a Confindustria Vicenza perché intervenisse sul GdV, di proprietà di Athesis, che fa riferimento anche all’associazione vicentina oltre che a quella veronese, per “accomodare” la narrazione delle vicende del Cis anche a lui collegate e per le quali avrebbe, sempre secondo le sue affermazioni, subito notevoli danni anche finanziari per la restituzione del finanziamento alla BPVi.
Alberto Filippi, che in passato non lesinò querela per inchieste anche a Presa diretta e La Repubblica e denunce anche per le carte sul Cis “presenti” nel pc rubatogli, sempre secondo quanto si legge sul GdV, «sarebbe il mandante dell’attentato all’ex direttore del Giornale di Vicenza, Ario Gervasutti, avvenuto il 16 luglio 2018. È quanto emerge dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Venezia, coordinata dai sostituti procuratori Lucia D’Alessandro e Stefano Buccini, a carico di 43 persone (tra cui l’ex senatore vicentino) accusate di associazione di associazione mafiosa di stampo ’ndranghetista».
In base a quanto ricostruito dai due pm antimafia della Dda di Venezia, che ha chiuso le indagini preliminari nei confronti di 43 indagati, riferisce Marco Bernardini, Filippi «ha incaricato, dandogli un compenso in denaro, Santino Mercurio (altro indagato) di compiere un atto intimidatorio», l’esplosione di cinque colpi di pistola contro l’abitazione del giornalista, a Padova, nei confronti di Ario Gervasutti, esplosione compiuta «materialmente da Santino Mercurio, in concorso con soggetti allo stato non identificati».
Il fatto sarebbe aggravato, si legge sempre sul Giornale di Vicenza online, dall’essere stato commesso al fine di agevolare «l’attività del sodalizio mafioso, accrescendone la capacità operativa, economica e la forza di intimidazione funzionale ad assicurare le condizioni di vantaggio nel controllo del territorio da parte dell’organizzazione criminale di appartenenza».
Filippi (che, sottolinea il collega Marco Bernardini, «ieri abbiamo più volte cercato di contattare senza però riuscire a ottenere risposta») avrebbe voluto colpire col gesto intimidatorio «il giornalista per alcuni articoli comparsi sul GdV. Servizi, risalenti al 2010 e relativi ad alcuni terreni di proprietà dell’ex parlamentare e legati alla sua attività imprenditoriale (a cui abbiamo accennato noi sopra, ndr). A inchiodare l’ex senatore della Lega ci sarebbero alcune intercettazioni telefoniche nonché l’ammissione dello stesso Mercurio che avrebbe confermato agli investigatori di avere ricevuto una somma di denaro per compiere l’attentato».
Dopo avere scoperto chi sarebbe stato il mandante delle esplosioni che hanno colpito la sua abitazione, Gervasutti si è limitato a commentare al collega gli esiti dell’inchiesta della Dda con tre aggettivi e un’affermazione: «Sono allibito. Sconcertato. Incredulo. E sono anche sollevato per il gran lavoro svolto dagli inquirenti».
«Ma Alberto Filippi, oltre a essere indagato come mandante dell’attentato all’ex direttore del GdV – conclude Matteo Bernardini –, risulterebbe essere il mandante anche di un’altra spedizione punitiva. In questo caso nei confronti della ditta Toscolapi srl con sede a Pisa. L’ex deputato, stando alle risultanze dell’indagine condotta dai due pubblici ministeri antimafia avrebbe pagato 20 mila euro – sempre allo stesso presunto ’ndranghetista che avrebbe agito contro l’abitazione di Gervasutti – per incendiare un furgone della società toscana e del materiale stoccato nella sede dell’azienda. L’ulteriore episodio contestato all’ex senatore sarebbe avvenuto il 22 luglio 2019».