Auguri per il 2021 con Il Futuro adesso di Peter Hammill

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Ho scelto una canzone per fare gli auguri per il 2021. Può piacere o meno ma la ritengo un “inno al futuro”. Ha qualche anno ma è molto attuale. Nel 1978 Peter Hammill pubblicava THE FUTURE NOW:

Il Futuro adesso

Noi siamo qui, statici nella seconda metà
di un ventesimo secolo
che potrebbe anche essere il medioevo.

Ci sarà bisogno di alcuni cambiamenti
ma mi sfugge come potranno essere.

Io voglio il futuro adesso,
voglio tenerlo tra le mie mani;
tutti gli uomini uguali e indomiti,
voglio la terra promessa.

Che, però, non sembra avvicinarsi di un passo
e Mosè ha fatto il suo tempo…

Le tavole della legge sono un poster pubblicitario,
la civiltà si è fermata …
E questo è il progresso?
State scherzando!

Io, proprio io, sto cercando qualche tipo di speranza.

Voglio il futuro, adesso,
voglio vederlo sullo schermo,
voglio rompere gli schemi
che rendono le nostre vite così malvage.

Oh, cieco, accecato, il cieco odio

della razza, sesso, religione, colore, nazione e credo,
che urla dalle pagine di qualunque cosa legga.

Tu mi dai solo oppressione e tortura,
apartheid, corruzione e peste;
Mi mostri solo lo stupro del nostro pianeta
e i finti diritti umani all’Aja.

Oh, un giorno arriverà il Millennio!
Ma quanto è lontano “un giorno”?

Io voglio il futuro, adesso
Sono giovane, è mio diritto.

Voglio una ragione per essere orgoglioso.
Voglio vedere la luce.

Voglio il futuro, adesso,
Voglio vederlo sullo schermo.

Io voglio rompere gli schemi
e fare che la vita valga più dei sogni.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.