L’escalation dei prezzi mette a nudo il gap di competitività dell’economia italiana sui cui grava una elevata tassazione dell’energia pari al 2,7% del PIL, superiore di 0,9 punti all’1,8% della media Ue a 27 e ampiamente al di sopra dell’1,9% della Francia e dell’1,5% della Germania
“Non “spegnete” le PMI italiane! Paghiamo il prezzo dell’energia più alto d’Europa, superiore del 33,5% rispetto alla media dei Paesi Ue. A noi piccole imprese l’elettricità costa 4 volte di più rispetto a una grande industria a causa dell’assurdo meccanismo ‘meno consumi, più paghi’ applicato agli oneri parafiscali in bolletta e che gonfia del 35% il costo finale dell’energia per le nostre piccole imprese”. L’allarme lo lancia Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto che propone: “una rapida e drastica revisione della struttura della bolletta per garantire una distribuzione più equa degli oneri generali di sistema tra le diverse categorie di utenti e legata all’effettivo consumo di energia. Si tratta di ‘estrarre’, almeno parzialmente, dalla bolletta gli oneri generali di sistema, trasferendo alla fiscalità generale le componenti tariffarie destinate a finanziare le agevolazioni per gli energivori e il bonus sociale. Serve anche la revisione della disciplina delle agevolazioni alle imprese a forte consumo di energia, limitando i benefici alle sole aziende che abbiano effettivamente realizzato interventi di efficienza energetica. Serve anche rafforzare gli strumenti di accompagnamento delle Pmi nei processi di efficientamento e autoproduzione dell’energia”.
Da un dossier realizzato da Confartigianato emergono i pesanti squilibri nella struttura della bolletta energetica che penalizzano i piccoli imprenditori. Il peso degli oneri di sistema è distribuito in maniera sperequata tra le diverse categorie di utenti, poichè non è allineato all’effettivo consumo di energia. Le piccole aziende in bassa tensione, infatti, a fronte di una quota di consumi energetici del 32%, sono costrette a pagare il 49% della componente degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica, pari ad una somma di 4,7 miliardi di euro. In barba al principio ‘chi inquina, paga’, le Pmi devono finanziare la maggiore quota di oneri per le componenti della bolletta dedicate al sostegno delle energie rinnovabili, di categorie come le ferrovie e le imprese energivore, e i bonus sociali.
“Si tratta – conclude Boschetto – di una iniqua distribuzione del carico contributivo sugli utenti non domestici che vede le micro e piccole imprese fortemente penalizzato a fronte di consumi energetici contenuti, mentre le utenze industriali in alta o altissima tensione pagano oneri molto bassi nonostante siano responsabili di alti consumi energetici e quindi di alti livelli di emissioni. A questi problemi strutturali si aggiungono i pesanti rincari del prezzo dell’energia che in alcuni casi hanno fatto addirittura triplicare la bolletta delle piccole imprese”.