I lombardi con Brebemi +4,1%, TEEM +2,2%, Pedemontana +1,2% e Serravalle +3% (dal 1 febbraio) sono i più tartassati dagli aumenti dei pedaggi delle autostrade del 2019, visto che gli aumenti interessano oltre 211 km di rete regionale. Male anche per i piemontesi con la Torino-Bardonecchia + 6,2% e la Torino-Savona +2,2% per un’estesa di rete di 195 km, i liguri + 07% per i 113 km della Savona-Ventimiglia e veneti con il CAV (passante di Mestre ed altro), + 2% su 74 km.
Il Ministro aveva annunciato di non aver sterilizzato solo il 10% della rete, in realtà sono sottoposti ai rincari ben 854,6 km di autostrade, quasi il 15% del totale. La sterilizzazione degli aumenti di sei mesi è positiva, ma non basta se il sistema delle concessioni non cambierà radicalmente superando le rendite autostradali. Consumatori e imprese pagheranno infatti gli aumenti con gli interessi. Tra tutti i rincari il più sorprendente è quello di Brebemi. La nuova autostrada Milano-Brescia 62 km ha aumentato del 4,1% le tariffe, senza neppure comunicarlo, anzi la società ha reso noto solo che sarebbero restati in vigore gli sconti del 20% per abbonati e per possessori di Telepass. Resta il fatto che i non abbonati, circa i 2/3 degli utenti, dal 1 gennaio spende 12,40 euro per la tratta. Esattamente 20 centesimi al km. Per utenti e contribuenti il settore autostradale senza una riforma, non da scampo: con le tariffe automatiche si aumentano i margini delle concessionarie che gestiscono la rete tradizionale oppure si coprono le perdite delle tratte nuove prive della domanda di traffico che le giustificano.
Brebemi
Gli ultimi aumenti della Brebemii, di quella che, quando è stata aperta (2014), era già considerata l’autostrada più cara d’Italia, sono stati del 7,8% nel 2017 e del 4,7% lo scorso anno. I bilanci si sono sempre chiusi con perdite a due cifre milionarie. Con un trend di traffico inferiore a 25 mila veicoli giornalieri rispetto agli 80 mila previsti dal progetto, tra l’altro l’unica autostrada italiana controllata da un istituto di credito, Banca Intesa, scarica sugli utenti e sullo Stato il suo stato fallimentare. Le tariffe sono sempre in aumento e lo Stato è già intervenuto con 320 milioni di aiuti pubblici.
Dario Balotta
presidente ONLIT (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti)