L’aumento dei canoni di affitto per le case Ater – è scritto in un comunicato di Rifondazione Comunista Federazione di Vicenza – a causa della famigerata legge regionale 39/2017, nota come ‘stana furbetti‘, finisce praticamente per colpire la fascia più debole della popolazione veneta composta da anziani soli, giovani precari con figli piccoli e immigrati regolari con famiglie numerose al seguito.
Alle ultime elezioni europee molte di queste persone hanno votato probabilmente la Lega che ha fatto della sicurezza un mantra favoloso. Ma la sicurezza abitativa sembra non interessare alla giunta Zaia visto che centinaia di veri poveri che godevano del trattamento sociale di un canone d’affitto calmierato si vedono oggi improvvisamente moltiplicata la tariffa agevolata fino a quattro volte. Per molti di loro si tratta di cifre impossibili da pagare e rischiano la sfratto.
Zaia e la Lega hanno partorito un provvedimento di vera e propria macelleria sociale.
Rifondazione Comunista chiede con urgenza alla Regione un intervento affinché introduca tutele a favore degli assegnatari più a disagio.
Noi comunisti siamo da sempre favorevoli all’applicazione dell’Isee per accedere ai servizi pubblici perché è attualmente lo strumento più equo disponibile, ma questa legge è stata applicata senza tenere conto che gli inquilini delle case ATER sono per lo più grandi anziani con pensione minima o poco più, ma con piccoli risparmi faticosamente raccolti dopo una vita di lavoro dipendente, messi da parte per difendere la loro salute sempre più precaria con l’avanzare dell’età.
Entrerà mai nelle zucche vuote dei lorsignori che governano questa regione e questa nazione che garantire sicurezza significa, in presenza di una popolazione anziana, anzitutto garantire una casa, assistenza sanitaria pubblica ed efficiente e pensioni adeguate?
La Lega non ricorda che Vicenza ha una delle più alte percentuali in Veneto di case sfitte, sul fronte dell’emergenza abitativa la Lega vicentina ha prodotto invece un bando di assegnazione di case popolari che penalizza anzitutto i migranti regolari che lavorano da decenni in regione Veneto e adesso, a livello regionale, la Lega sfratta gli anziani italiani assegnatari di case popolari.
Gli aumenti fatti con una raccomandata senza neanche spiegare ai cittadini il motivo sono una vergogna!
la lega non elimina la povertà, elimina i poveri!
no all’aumento degli affitti!
no al nuovo calcolo con l’isee erp!
La Legge regionale del Veneto – è un comunicato del Unione Inquilini del Veneto Coordinamento regionale di Cub – che aumenta gli affitti a circa 24.000 famiglie sulle oltre 32.000 famiglie assegnatarie di case popolari a livello regionale è inaccettabile. Sono invece oltre 4000 le famiglie che con i nuovi limiti di reddito andranno in decadenza dalla assegnazione.
Ora questa legge regionale deve essere ritirata. occorre moratoria sugli aumenti degli affitti e sospensione provvedimenti di eventuali decadenze finché non ci sono correttivi perché sta provocando profonda inquietudine e rabbia tra gli assegnatari e non affronta la precarietà’ abitativa nelle città’ venete.
Nel Veneto dal 1 luglio una folle legge regionale sta provocando aumenti a dismisura dei canoni di locazione un fatto inaccettabile e antipopolare. Mentre sono circa 14.500 le domande presentate per avere una casa popolare, nel Veneto ci sono in totale circa 37.700 case popolari ma come detto le famiglie assegnatarie sono circa 32.000, quindi in Veneto ci sono circa 5600 case popolari inutilizzate, di queste circa 1000 sono in fase di assegnazione, poco più di 600 in vendita, e circa 4000 appartamenti sfitti in quanto bisognosi di lavori di ristrutturazione.
Per il momento e da subito la Regione Veneto deve emanare un atto attraverso la quale sospendere l’applicazione della legge regionale, in materia di canoni di locazione. Tenuto conto che la Regione parla di correttivi, entro settembre, per quanto riguarda l’Unione Inquilini devono essere profondi, che tengano conto delle proposte sindacali dato che già l’Unione Inquilini e gli altri sindacati inquilini avevano espresso profondi dissensi in sede di confronto con la Regione al tempo dell’approvazione della legge in vigore dal 1 luglio che si è rivelata un boomerang politico per la Regione in quanto assolutamente iniqua e di stampo liberista.