Aumento degli affitti nelle case popolari, Pd: “qual è la situazione per le mille famiglie di Vicenza?”

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Nuove case popolari
Nuove case popolari

Ci hanno messo molti anni a fare una legge che fa acqua da tutte le parti – scrivono in una nota congiunta il Segretario del Partito Democratico cittadino Federico Formisano, dalla capogruppo Pd Isabella Sala e dal consigliere comunale e membro della V commissione sociale Giovanni Rolando – e che, come Partito Democratico, chiediamo venga ritirata; ATER ha già provveduto a fare i conteggi dell’aumento degli affitti delle case popolari che in alcuni casi superano il 40% del reddito o della pensione, recapitando nelle famiglie lettere che hanno creato preoccupazione e sconcerto.

A Vicenza, quale è la situazione per le oltre mille famiglie che abitano in appartamenti di proprietà del comune? Quale sarà l’aumento medio? Quali le situazioni che andranno aiutate dai servizi sociali?

In regione l’amministrazione a trazione leghista ha impiegato un tempo lunghissimo a sostituire la legge 10 del 1996; possibile che non avessero pensato a una sua applicazione intelligente? – proseguono.

Una legge che rischia di creare una bomba sociale, con effetti devastanti per i comuni.

Come Partito Democratico di Vicenza stiamo raccogliendo numerose segnalazioni sulle storture della nuova Legge n. 39 del 3 novembre 2017, che in regione abbiamo combattuto su vari fronti.

L’applicazione della legge ha fatto emergere casi eclatanti, con aumenti dei canoni di locazione che sono arrivati fino a tre volte il canone precedente arrivando a impegnare oltre il 40% delle entrate, quando è risaputo che un affitto sociale non dovrebbe superare una percentuale molto contenuta del reddito. Ci sono poi segnalazioni di nuclei familiari per cui è stata avviata la procedura di sfratto perché uno dei componenti, dopo una vita di lavoro, ha ricevuto la liquidazione e non rientra quindi nei nuovi parametri.

Il nostro Partito anche a livello regionale ha sempre sostenuto che è doveroso stanare le situazioni di coloro i quali vivono senza averne diritto negli alloggi Ater e comunali, avendo proprietà e auto di lusso – proseguono – E in questo senso l’utilizzo dell’ISEE come parametro consente finalmente una maggiore equità. Ma qui, con l’invenzione dell’ISEE ERP, hanno sbagliato completamente i calcoli, dimostrando superficialità e scarsa conoscenza delle persone che si volevano sulla carta tutelare.

Per altro appare evidente che l’applicazione della suddetta legge appare come uno strumento privo di efficacia nel colpire i cosiddetti “furbetti”. Ma non è certo un’indiscriminata politica di incrementi a fare uscire allo scoperto le situazioni più scandalose.

La regione e i comuni devono trovare modalità concrete di aiutare le persone – concludono – ad esempio gli anziani che si trovano a vivere in appartamenti troppo grandi con spese di gestione insostenibili per il riscaldamento e il raffrescamento, tasse rifiuti in proporzione all’ampiezza e altri costi. Si pensi seriamente a come affrontare le situazioni di fragilità delle persone anziane ad esempio creando nei quartieri alloggi popolari protetti con bandi speciali come è stato in via Bachelet a san Pio X; incentivando soluzioni innovative come la predisposizione di appartamenti con abbattimenti delle barriere architettoniche e accorgimenti che rendano più semplice la vita delle persone anziane e delle persone con disabilità, sostenendo le spese di trasloco per chi desideri trasferirsi in un appartamento più adatto alle sue esigenze nel suo stesso quartiere.

Occorrono idee e denari e una idea di programmazione che è mancata completamente; d’altra parte se non si riesce nemmeno a fare previsioni con semplici calcoli, come si può affrontare il futuro?