Autisti e vigili a Vicenza: salari bassi e poca sicurezza elementi comuni nella “fuga”

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I salari troppo bassi e un alto livello di insicurezza: due elementi comuni alla fuga da Vicenza di autisti e vigili. Un “combinato disposto” ottenuto incrociando quanto, per le rispettive rappresentanze settoriali, hanno lamentato alcune sigle sindacali.

Nelle ultime ore, il segretario provinciale dell’Ugl, Fabio Massimo Martini, ha detto a Il Giornale di Vicenza: “Il comando (della polizia locale di Vicenza, ndr), così come il Comune, continua a dire che è un fenomeno fisiologico ma non è vero. Delle 11 persone assunte due anni fa, ne sono rimaste solo 5 e altre se ne andranno il prossimo anno. Il problema del comando di Vicenza è che la gente passa e se ne va quando vede qual è la situazione e che lo stipendio e nettamente più basso rispetto a quello di altri comandi, anche più piccoli”.

La situazione: quella più volta lamentata dai sindacati, soprattutto nella nota battaglia sul terzo turno notturno, osteggiato dai lavoratori proprio per la mancanza di adeguata strumentazione a favore della sicurezza oltre che per le forti carenze di personale, motivate dal divario nel rapporto tra agenti in pensione e nuovi assunti.

Quanto ai trattamenti economici, secondo il sindacato, tra lo stipendio di un agente del capoluogo berico (fino a 1650 euro al mese comprensivo di straordinari) e quello di colleghi anche di aree geografiche vicine passano almeno 400 euro di differenza.

In tema di sicurezza, “da due anni – ha spiegato Martini – chiediamo che vengano introdotte le pratiche operative, le regole di ingaggio per gli agenti, che mancano. Sono fondamentali e con esse non ci sarebbero tutti questi procedimenti disciplinari“. Inoltre, “Chiediamo le autoradio veicolari a bordo delle pattuglie, perché le radio personali non si sentono quando si è in movimento, e una nuova auto con la cella. Avevamo chiesto anche bodycam, scudi, caschi, taser e sfollagente per difenderci. Nulla di tutto questo ci è stato dato”.

Nel caso delle falle nel personale, sempre secondo l’Ugl, confrontando i piani di assunzioni per i prossimi anni con le ipotesi di dimissioni volontarie per i motivi prima descritti, lo squilibrio tra fuoriuscite e ingressi non migliorerà.

Dai vigili agli autisti dei bus che operano a Vicenza e provincia e in regione. Appena ieri, Massimo D’Angelo dell’Usb lavoro privato del Veneto denunciava: “Nel corso del triennio appena concluso, gradualmente è emersa la criticità derivante dalla carenza di autisti che in Regione Veneto anche dopo decenni di lavoro abbandonano le aziende per trovarsi un altro lavoro più remunerativo e che comporta meno rischi.

Le cause principali del fenomeno sono i livelli salariali bassi, principalmente per i nuovi assunti e una crescente preoccupazione per la sicurezza del personale viaggiante che spesso subisce insulti, offese e aggressioni”.