La Commissione europea ha nuovamente corretto l’entità dei dazi provvisori anti-dumping in vigore dal 5 luglio sulle importazioni di auto elettriche prodotte in Cina. “Auto elettriche prodotte in Cina, la Ue riduce i dazi per Tesla. Un taglio netto per alcuni, un tratto di lima per altri”, scrive Alberto Annicchiarico su Il Sole 24 Ore oggi in edicola.
nell’articolo viene ricordato come la correzione sui dazi è arrivata dopo che a metà ottobre dello scorso anno era stata avviata un’indagine conclusasi con l’accertamento di un vantaggio competitivo derivante da ricche sovvenzioni statali, ritenute sleali: ben 230 miliardi di dollari stanziati da Pechino tra il 2009 e il 2023 (stima del Center for Strategic and International Studies). Danaro che la Cina ha stanziato per sostenere la crescita della propria industria dell’automotive in Cina.
“Il governo cinese – ricostruisce Annicchiarico – ha fin da subito minacciato ritorsioni contro le importazioni europee, dalla carne di maiale all’industria dei liquori francese. Pechino ha presentato ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) il 9 agosto. E ieri la Camera di commercio cinese presso l’Ue ha espresso la sua «forte insoddisfazione e ferma opposizione all’approccio protezionistico» adottato da Bruxelles. La mossa, è stato scritto in una nota, «aggraverà le tensioni commerciali tra Cina e Ue, inviando un segnale profondamente negativo alla cooperazione globale e allo sviluppo delle politiche green»”.
Dell’abbassamento dei dazi UE anti dumping, ovvero per ostacolare la vendita all’estero delle auto elettriche prodotte in Cina a prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato interno, pare benefici soprattutto Tesla. Anicchiarico annota: “La Commissione ha fissato una nuova tariffa doganale del 9% per il costruttore texano, ben inferiore al 20,8% indicato a luglio. A questa tassa va sempre aggiunto il 10% già in vigore, che in Cina è il 15% dal 2018. Tesla aveva chiesto un ricalcolo dell’aliquota sulla base delle sovvenzioni specifiche ricevute dall’azienda. È stata condotta un’ulteriore indagine, con l’invio di un team presso lo stabilimento di Shanghai, per verificare l’entità delle sovvenzioni. Ed è stato concluso che Tesla ha ricevuto meno di quanto inizialmente stimate“.
Fonte: Il Sole 24 Ore