La settimana prossima il sindaco Francesco Rucco riceverà il Comitato di residenti Futuro Fogazzaro e l’Associazione di commercianti Casa del Fogazzaro. Ma la decisione della riapertura di corso Fogazzaro alle auto, con una sperimentazione di sei mesi, pare sia già stata presa dal Comune, dopo gli annunci dell’assessore Claudio Cicero. Anche se non è arrivata ancora alcuna ufficialità da palazzo Trissino, e soprattutto non è stato illustrato alcun progetto.
La battaglia dei cittadini, dopo le centinaia di firme raccolte, per salvaguardare questa affascinante via del centro storico di Vicenza, ammodernata solo pochi anni fa con nuovo porfido e suggestiva illuminazione, ha vissuto una nuova tappa martedì sera in una partecipata assemblea (foto sopra) nella sala Motterle ai Carmini.
Molti presenti hanno espresso rammarico per la mancata presenza di altri giornalisti oltre a VicenzaPiù, ma c’erano anche i consiglieri comunali di centrosinistra Ennio Tosetto, Ciro Asproso, Raffaele Colombara e soprattutto per la maggioranza il consigliere con delega alle politiche giovanili Marco Lunardi, Lista Rucco, “il più critico con Cicero”, come si è autodefinito. Il suo è stato l’intervento più applaudito: “ancora una volta l’assessore cala i progetti dall’alto, senza condividerli” è la dura accusa lanciata.
Ma sono stati tanti i cittadini a voler alzare la voce durante l’incontro, perché la sensazione emersa è che si voglia assecondare l’esigenza di 5-6 commercianti “amici” della Giunta, “che dovrebbero iniziare ad abbassare i prezzi per avere più clienti” ha fatto notare più di una signora.
Il rischio principale, se la ventilata ipotesi di nuovi posti auto con disco orario diventerà realtà, è che tanti cercheranno parcheggio in corso Fogazzaro anche per andare a fare delle commissioni in centro “andando avanti e indietro con l’auto per cercare un posto libero”.
La proposta lanciata dall’assemblea è quella di veicolare i pedoni del park Fogazzaro lungo il corso, uscendo ai Carmini o San Lorenzo, e chiudendo l’uscita a San Biagio.
Perché per vincere la battaglia di meno auto, bisogna dire più pedoni.