Autonomia, Alessio Morosin (Indipendenza Veneta): “rinvio è tradimento del voto dei veneti, pronti al piano b”

981
venetisti
venetisti

“La storia di autogoverno e di sovranità del Veneto ha radici millenarie che ancora oggi gli storici considerano un mito, ma abbiamo politici e pure qualche ministro-a, che dissertano sul tema “autonomia”, senza sapere nemmeno cosa sia. Non usa mezzi termini – in questo comunicatoAlessio Morosin, il fondatore e il leader storico di Indipendenza Veneta, quel movimento nato il 14 maggio 2012 per far valere, per via istituzionale (veneta), il diritto all’autodeterminazione del Popolo Veneto. “Ora il problema è solo politico – spiega l’avvocato Morosin – sia perché l’articolo 116 della Costituzione parla di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”, sia perché la Consulta con la sentenza 118/2015 ha riconosciuto la legittimità della procedura referendaria e la correttezza della richiesta avanzata dal Veneto per tutte le 23 materie indicate dalla Costituzione”.

Già con la legge statale 340/1971 l’Italia aveva dovuto riconoscere che “L’autogoverno del Popolo Veneto si esercita in forme rispondenti alle caratteristiche e alle tradizioni della sua storia” e dobbiamo ricordare con quale organizzazione ordinamentale visse per oltre 1100 anni (dal 697 al 1797), la Repubblica Veneta, cioè lo Stato indipendente e sovrano del Popolo Veneto.

Indro Montanelli parlò di plebiscito truffa, quello del 22 ottobre 1866 con cui il Veneto venne annesso all’Italia e con cui ancora oggi soffre proprio di quella forzata “unificazione politica”.
Ma il punto è un altro. Il punto è che l’Italia politica, forzatamente unitaria e centralista, creata nel Risorgimento, cozza con la realtà creativa e dinamica della penisola italiana del Rinascimento. E oggi dinanzi a due fallimenti, ossia all’inesorabile declino dell’Italia e dell’Europa, la via di uscita non è mettere gli uni contro gli altri, Nord contro Sud Italia, ma liberare i territori della penisola, che hanno la capacità, le competenze, i mezzi e l’esperienza di autogoverno, dal fardello burocratico e governativo di uno Stato centralista, spendaccione, dissipatore di risorse, indebitato, ingovernabile, che con la sua giacobina “unita e indivisibilità“ è solo destinato a cadere come il muro di Berlino.
L’autonomia è e resterà solo un’illusione, che l’Italia non vuole e non può concedere. Il Popolo Veneto dovrà agire necessariamente reiterando il percorso di autodeterminazione convocandosi in un referendum di voto sull’indipendenza, sull’esempio catalano, ovvero per via pacifica, democratica, istituzionale (veneta).

Già con la legge veneta nr 16/2014 (presentata e promossa dal mio movimento “INDIPENDENZA VENETA”) votata dal Consiglio Regionale del Veneto – e dalla quale è gemmata la legge veneta nr 15/2014 del referendum sulla autonomia- il Popolo Veneto doveva esprimersi anche sul tema dell’indipendenza ma la illiberale “democrazia” italiana lo ha proditoriamente impedito.

“Ebbene, lo rifaremo! Sì. Sì lo rifaremo”, afferma convintamente Morosin.
I tempi sono stretti e su questi temi di Libertà fondamentali, di Giustizia, di Libera manifestazione del pensiero non si può giocare a oltranza.