Il ddl sull’Autonomia differenziata, messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, è stato approvato in Consiglio dei ministri. L’approvazione è giunta di sera, giovedì 2 febbraio 2023, fra gli applausi.
Ora, entro circa un anno, il Parlamento dovrebbe approvare il Ddl Calderoli, mentre nello stesso arco di tempo la Cabina di regia dovrebbe varare i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), così da permettere a inizio 2024 di iniziare a esaminare le proposte di autonomia differenziata da parte del governo.
“Le materie sulle quali potranno essere raggiunte le intese tra lo Stato e le regioni a statuto ordinario per l’attribuzione, alle regioni stesse, di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia sono elencate all’articolo 117 della Costituzione. Si tratta prevalentemente delle materie relative alla legislazione concorrente” spiega il Governo (clicca qui per il dettaglio della riforma).
Queste le prime parole della premier Giorgia Meloni: “Questo provvedimento dimostra ancora una volta che questo governo manterrà gli impegni presi, la coerenza con il mandato avuto dai cittadini, per noi, è una bussola. Con il disegno di legge quadro sull’autonomia puntiamo a costruire un’ Italia più unita, più forte e più coesa. Il Governo avvia un percorso per superare i divari che oggi esistono tra i territori e garantire a tutti i cittadini, e in ogni parte d’Italia, gli stessi diritti e lo stesso livello di servizi. La fissazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, in questi anni mai determinati, è una garanzia di coesione e unità. Un provvedimento che declina il principio di sussidiarietà e dà alle Regioni che lo chiederanno una duplice opportunità: gestire direttamente materie e risorse e dare ai cittadini servizi più efficienti e meno costosi”.
Così Roberto Calderoli: “Con il via libera in Cdm inizia ufficialmente il percorso del disegno di legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata, è un giorno storico! Una riforma necessaria per rinnovare e modernizzare l’Italia, nel segno dell’efficienza, dello sviluppo e della responsabilità. L’Italia è un treno che può correre se ci sono Regioni che fanno da traino e altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione. Dopo l’ok compatto del Governo, lavoriamo insieme a Regioni ed enti locali con l’obiettivo di far crescere tutto il Paese e ridurre i divari territoriali”.
(Cliccando qui puoi consultare una rassegna di articoli ViPiù sul tema Autonomia, con particolare riferimento al Veneto).
L’importante passo avanti per la riforma è stato accolto da una ridda di commenti tra pro e contrari. Eccone alcune.
Per il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, “questa riforma non spacca un bel niente, semplicemente chiede che dei compiti che oggi svolge lo Stato vengano svolti dalle Regioni, ottenendo le cifre che oggi spende lo Stato. Quindi è soltanto una diversa organizzazione amministrativa. Il progetto di Calderoli non parla assolutamente delle materie, parla della procedura che si dovrà seguire per arrivare all’applicazione di una parte della Costituzione. Io credo che sia un passaggio per il momento che deve portare soltanto alla predisposizione delle modalità, poi sulle materie si discuterà”.
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha detto: “L’ipotesi di autonomia proposta è inaccettabile, è una proposta propagandistica che spacca l’Italia. Vedremo quali decisioni assumerà il Consiglio dei Ministri. I segnali che arrivano non sono rassicuranti. Valuteremo nel merito. Non consentiremo lo smantellamento della sanità pubblica e della scuola pubblica statale. Non consentiremo, in nessuna forma, la spaccatura dell’Italia”.
Il presidente della Regione Emilia-Romagna e candidato alla segreteria PD Stefano Bonaccini: “La bozza Calderoli è proprio sbagliata e quindi non se ne farà nulla. Se vogliono andare avanti faremo una mobilitazione con tanta gente nel Paese. Alla fine non se ne farà nulla. C’è freddezza nel Governo: Fratelli d’Italia è un partito molto centralista, quindi non credo veda di buon occhio questa proposta. Ma poi, può un Paese rischiare di avere 20 pubbliche istruzioni diverse? Noi faremmo veramente ridere il mondo. Non so se il ministro Calderoli se ne stia rendendo conto. Abbiamo già un Paese a troppe velocità diverse”.
Il governatore veneto Luca Zaia: “È il primo giorno di scuola, poi sarà un crescendo verso la modernità, per dare vita al percorso che già prevedevano i padri costituenti. È una scelta di modernità e di responsabilità; non è assolutamente l’ ‘affamare’ le Regioni del sud o dividere l’Italia. Non sarà la fine del nostro Paese: pensate a Germania e Stati Uniti, che vengono percepite come grandi nazioni non divise ma hanno un federalismo vero”.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Tonia Guerra, responsabile campagna contro l’autonomia differenziata per Partito della Rifondazione Comunista: “Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato lo SpaccaItalia e ci quereli Calderoli se non è vero. Avremo tanti staterelli e la secessione dei ricchi che i leghisti auspicano da sempre. Questi non sono patrioti, ma traditori della patria. Questa è una pugnalata definitiva alla schiena del meridione, ma anche all’uguaglianza dei diritti per tutte le italiane e gli italiani. In questa giornata nera per la storia della Repubblica va ricordato che tutto questo è stato reso possibile dalla sciagurata modifica del Titolo V della Costituzione nel 2001 da parte del centrosinistra, dal si del PD e anche del M5S ai referendum in Lombardia e Veneto, dalla vergognosa alleanza di Bonaccini con Zaia e Fontana”.