La sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato non ammissibile il referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata continua a suscitare reazioni da parte delle forze politiche in Veneto. Da una parte i toni soddisfatti dei partiti, Lega in testa, che maggiormente hanno lavorato alla legge, dall’altra le puntualizzazioni di chi invece l’ha avversata.
Giovine (FdI): “La Consulta chiude ogni dubbio, avanti con il cambiamento”
Il deputato di Fratelli d’Italia Silvio Giovine oltre a ribadire che la sentenza della Corte Costituzionale “segna un momento decisivo per l’autonomia, eliminando ogni dubbio sulla legittimità costituzionale della riforma” invita a non avere paura dell’autonomia. “È l’occasione – dice – per trasformare lo Stato in una macchina più moderna, capace di rispondere alle esigenze del territorio e affrontare con efficacia le sfide del futuro. Una riforma che rafforza i principi di solidarietà e responsabilità, migliorando l’efficienza complessiva delle istituzioni.”
Zecchinato (Lega – LV): “Lega e veneti compatti, lo stop del referendum ci dà ragione”
Marco Zecchinato, consigliere regionale vicentino (Lega – Liga Veneta), relatore della Giornata regionale sull’Autonomia, definisce la sentenza come attesa, in quanto “la Lega aveva lavorato bene” quindi “approvare un referendum sarebbe stata davvero una situazione ai limiti dell’assurdo”. Zecchinato ha poi ricordato che i Veneti sin dal giorno del referendum sull’Autonomia, nell’ottobre del 2017, avevano espresso chiaramente le proprie intenzioni, come confermato anche dall’istituzione della Giornata dell’Autonomia ogni 22 ottobre. “Nessuno vuole dividere il nostro Paese – chiarisce Zecchinato -, semplicemente dare a ogni regione le proprie responsabilità. Spero che la decisione della Consulta ponga una pietra tombale a chi vuole riproporre referendum contrari alla volontà del popolo e metta la parola fine ai giochi di chi vuole bloccare l’attuazione dell’Autonomia. Si cominci invece a lavorare tutti insieme, in sinergia nel procedere al benefico decentramento amministrativo e alla necessaria attuazione dell’Autonomia territoriale. E nonostante tutte le difficoltà che sono state poste al cammino della Legge Calderoli, la Lega e i Veneti procederanno compatti senza indietreggiare”.
Venturini (FI): “Decisione prevedibile. Ora avanti con decisione”
Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale dichiara di non essere affatto sorpresa della decisione della Consulta, anzi “sarei stata stupita di un esito contrario visto che il principio dell’Autonomia differenziata è scritto direttamente nella Costituzione. Al di là dei tecnicismi e dei passaggi parlamentari che serviranno a dare corpo alla legge – aggiunge -, io penso che il pronunciamento sia molto importante proprio perché esprime chiaramente che l’Autonomia, e in particolare l’Autonomia differenziata, è uno dei principi inseriti in Costituzione”.
Venturini ricorda anche che Forza Italia è l’unico gruppo in Consiglio regionale ad avere la parola ‘autonomia’ nel nome: “Noi abbiamo sempre spinto in questa direzione, crediamo che avvicinare il centro decisionale ai cittadini porti con sé molti vantaggi e continueremo a lavorare per arrivare a questo traguardo. E’ stata Forza Italia a presentare la legge che ha permesso lo svolgimento del referendum del 2017 nel quale i Veneti hanno fatto capire chiaramente la loro volontà: ora che anche la questione referendum si è risolta, il percorso può proseguire”.
Baldin (M5S): “La decisione della Consulta non vanifica la battaglia. Se la maggioranza non dialoga, ci sarà un nuovo referendum.”
Erika Baldin, capogrupo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale Veneto parla a sua volta di esito scontato, ma per il fatto che “Il referendum avrebbe abrogato un testo che ormai non esiste più, demolito dalla Consulta lo scorso 14 novembre e in attesa di revisione alle Camere. Pertanto era logico non chiamare le italiane e gli italiani a votare sì o no alla legge Calderoli; tuttavia si aprono spazi nuovi”. Baldin apprezza quanto detto dal presidente regionale Zaia su un dialogo costruttivo con le opposizioni, però oltre alle parole aspetta i fatti: “Se dal Parlamento uscirà una nuova riforma parimenti invotabile, sarà possibile raccogliere di nuovo le firme e invocare la risposta della cittadinanza”. La capogruppo dei cinque stelle si sofferma anche sui referendum ammessi, per i quali si voterà a primavera: “Sono quesiti di grande importanza. Sono soddisfatta perché la popolazione italiana si esprimerà riguardo il dimezzamento dei tempi per ottenere la cittadinanza italiana, da dieci a cinque anni di residenza per le persone straniere maggiorenni. Non solo, sono stati approvati anche i referendum relativi all’abrogazione del Jobs Act, là dove consente contratti a tutele crescenti, disciplina licenziamenti e indennizzi, proroga all’infinito i contratti temporanei di lavoro subordinato e regola gli infortuni per il personale in appalto. Sono questioni che vale la pena di portare avanti, per le quali mi batto in prima persona e auspico vengano raggiunti i rispettivi quorum”.
Camani (Pd): “Basta favoleggiare. Zaia torni in aula del Consiglio regionale per un confronto”
Anche la capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Vanessa Camani si esprime sull’apertura di un dialogo auspicata da Zaia (qui le dichiarazioni del presidente regionale), invitandolo a “ripartire dall’aula del Consiglio regionale”. Secondo Camani “Il presidente Zaia non può dire di voler applicare la sentenza della Corte Costituzionale e, al contempo, proseguire il negoziato con Roma sulla base della delega che il Consiglio regionale gli diede nel 2017 e che prevedeva tutte e subito le 23 materie. Basta favoleggiare: è evidente che il confronto deve ripartire calibrandolo sulla base delle indicazioni della Corte Costituzionale. Basta anche offrire letture strumentali e fantasiose dei fatti. È oggettivo che, già con la sentenza 192, la legge Calderoli, sulla quale la Lega ha puntato tutto, sia stata rottamata nei punti più significativi dell’impianto leghista. Come in un eterno gioco dell’oca ora si deve ripartire da zero, sia nella definizione delle funzioni che nel percorso da seguire. Una battaglia epocale che, ancora una volta, la Lega e Zaia non sono stati capaci di portare in porto”.
Ostanel (VcV): “Autonomia non è un nuovo centralismo regionale.”
La consigliera regionale Elena Ostanel del Veneto che Vogliamo precisa che l’inammissibilità del quesito referendario sulla legge dell’Autonomia differenziata è motivata dal fatto che non si può far votare i cittadini su una legge che la Consulta a novembre ha profondamente snaturato. Quindi dalla sentenza della Corte Costituzionale arriva “un ulteriore monito a dare una forma molto differente ad una legge che ormai non ha quasi più nulla del suo progetto originale, diversamente dalla favola che il governo regionale ha voluto continuare a raccontare ai veneti”.
Ostanel ribadisce: “La sussidiarietà è contenuta nella Carta costituzionale ma, come ha confermato anche la Consulta stessa, in una forma completamente differente da quella portata avanti dal Governo, ovvero, collaborativa e solidale. Non significa creare un nuovo centralismo regionale, spostando semplicemente la burocrazia da Roma a Venezia, e continuando a tagliare i servizi ai comuni”. Secondo Ostanel non può reggere un’Italia con 20 autonomie differenziate, sarebbe il caos. “Per questo – conclude la consigliera – rispondiamo alla richiesta di dialogo del presidente Zaia chiedendogli di venire in aula, e di essere franco, perché il dialogo non si fa sulle favole. Deve dirci davvero come la sua maggioranza intenda dare più potere e risorse a territori e comuni, non meno come sta accadendo da tempo”.