Prosegue l’impegno di Sinistra Italiana nella raccolta firme per l’abrogazione della Legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Il partito ne dà notizia attraverso una nota: “Siamo e continueremo ad essere presenti, nei mercati e non solo, nei Comuni capoluogo e nei centri urbani di media dimensione di tutto il Veneto, proprio quelli che già sono i più penalizzati in termini di risorse, diritti e servizi pubblici fondamentali dalla sanità ai trasporti”, afferma il segretario regionale Marco De Pasquale.
Lo stesso aggiunge: “Registriamo ai banchetti una richiesta forte di cambiamento. Appare sempre più evidente, infatti, che il disegno politico intorno all’autonomia differenziata non solo non risponde ai tanti problemi che emergono dai territori, a partire da quelli più periferici, ma tende ad aprirne di nuovi, definendo una nuova forma di centralismo, di marca regionale, a scapito dei comuni a cui la maggioranza di centrodestra continua a tagliare risorse. Il tutto saldato col premierato.
Del resto che il progetto non stesse in piedi – prosegue il segretario regionale di SI – è apparso subito chiaro dalle parole dello stesso Calderoli durante il dibattito parlamentare, che ha ammesso di non avere la più pallida idea su dove trovare le risorse necessarie a finanziare i LEP. Si tratta di un progetto che svilisce ulteriormente il ruolo del pubblico, fondamentale invece per ridurre le diseguaglianze sociali e territoriali e per garantire a tutte e tutti l’accesso ai diritti fondamentali”.
Second i dati in possesso di Sinistra Italiana la campagna referendaria ha centrato in pochi giorni l’obiettivo minimo del numero di firme raccolte, “ma noi – prosegue De Pasquale – andremo avanti fino alla scadenza di fine settembre continuando a proporre la costruzione dell’alternativa che passa in primo luogo, da un cambio radicale di rotta nelle politiche regionali.
Dalle grandi opere inutili e costosissime (la Pedemontana, con i buchi che pagheranno cittadine/i e imprese venete – vd. aumento dell’Irap, la pista da bob, ecc) alla cura del territorio; dalla chiusura di ospedali a una sanità che sia costruita a misura di cittadino sapendo che la prossimità è un elemento fondamentale soprattutto per le persone più fragili”, conclude.