Non passa giorno senza che la legge sull’Autonomia Differenziata accenda discussioni di segno opposto tra chi la sostiene e chi invece sostiene la raccolta firme per il referendum abrogativo.
Il consigliere regionale Marco Zecchinato (Lega – LV) suggerisce un approccio “divulgativo” alla legge, ricordando che l’istituzione della Giornata dell’Autonomia prevede anche l’organizzazione di convegni per approfondire e studiare i vantaggi del decentramento dei servizi: «Proporrò di invitare a queste tavole rotonde anche il Presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto e il senatore dem, Andrea Martella» propone. E aggiunge: «I vantaggi della riforma dell’Autonomia differenziata continuano ad essere purtroppo poco compresi, e si rischia una narrazione scorretta e ideologica. I dubbi esternati dal Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e del Segretario Pd Veneto, Andrea Martella, intento a raccogliere firme per cancellare la più grande riforma del Paese degli ultimi anni, sono lì a confermarlo: serve fare cultura autonomistica, spiegare le ragioni e soprattutto gli innumerevoli vantaggi che porta l’Autonomia. L’uscita dei colleghi del Partito Democratico dall’aula consiliare regionale al momento del voto della mia legge sulla Giornata dell’Autonomia – conclude – , del resto, è l’evidenza che sulla riforma più importante del Paese, serve prima di tutto togliersi i vestiti ideologici e guardare ai vantaggi per i territori. Vantaggi che sono davvero tantissimi, anche e soprattutto per quelle regioni del Sud che meriterebbero una opportunità di fiducia anziché il solito NO su tutto».
La capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto, Vanessa Camani è di tutt’altro avviso e soprattutto non ha gradito le parole del Presidente della regione sul referendum: «Il presidente Zaia ha esultato per la legge sull’Autonomia, approvata a colpi di maggioranza, senza aver raggiunto nemmeno il 50% dei voti alla Camera, senza una discussione aperta e persino mal sopportata dalla maggioranza stessa. E arriva persino a definire il referendum abrogativo come divisivo e addirittura antidemocratico. Parole gravi, che dimostrano come il presidente Zaia sia mancante di spirito autenticamente democratico».
Camani sottolinea come uno dei problemi della legge sia il modo con cui è stata introdotta: «Imposta in modo arrogante, unica via che rimaneva a Zaia e alla Lega, incapaci di convincere tutti gli italiani sulla loro proposta. È evidente il livore e il fastidio del presidente nei confronti di un’iniziativa popolare che offre ora ai cittadini la possibilità di esprimersi, chiedendo l’eliminazione di questa riforma che rischia di aumentare le diseguaglianze tra territori e tra persone. Auspico che il presidente Zaia accetti il confronto politico e popolare, che è insito in una consultazione referendaria, e non pontifichi dall’alto della sua presunzione. La sua prepotenza deve finire».