“Per Zaia e Salvini doveva essere il Consiglio dei ministri risolutivo e invece abbiamo assistito a un film già visto, l’ennesimo rinvio. L’Italia è paralizzata da mesi per la conflittualità continua e totale fra Lega e Cinque Stelle”. Alessandra Moretti, consigliera regionale del Partito Democratico, intervenuta questa mattina alla trasmissione televisiva Agorà, commenta l’ennesima frenata nell’accordo sull’autonomia per Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
“Entrando nel merito -aggiunge l’esponente dem – si evidenzia come le proteste delle Regioni del sud non sono fondate se si parla di autonomia differenziata secondo l’articolo 116 della Costituzione, che valorizza le diversità tra i territori, secondo il disegno dei padri costituenti. Ed è quanto previsto dal modello emiliano presentato dal governatore Bonaccini: più competenze e il trasferimento delle risorse corrispondenti per gestirle. Il tutto a costo zero per lo Stato. È una cosa ben diversa da quanto vogliono Zaia e Fontana, ovvero trattenere le tasse.
Qua – sottolinea Moretti – si va oltre il perimetro della Costituzione e viene messa in pericolo la tenuta dello Stato. Ma, al di là dei proclami, la favola dei nove decimi e del residuo fiscale è già stata archiviata. E lo stesso accadrà con le 23 materie pretese dai governatori leghisti. Zaia si dichiara soddisfatto, temo non lo sia affatto. La questione politica è complessa e lo dimostra il fatto che è passato più di un anno e mezzo dal referendum e ancora stiamo alle chiacchiere.
Dubito si arrivi in tempi rapidi a un’intesa definitiva, proprio per un cinico calcolo delle forze di governo a cui conviene, in vista delle prossime Europee, fomentare lo scontro anziché trovare una soluzione per dimostrare al proprio elettorato di aver tenuto duro.
Così però si blocca un Paese, come del resto sta avvenendo su tutte le questioni strategiche a partire dalle infrastrutture e dall’emergenza occupazione, con un ministro del lavoro fantasma che ha 135 tavoli di crisi aperti e si preoccupa di stringere alleanze con i gilet gialli invece di dare risposte ai lavoratori italiani”.
La bozza alla fine è arrivata – commenta Daniela Sbrollini, senatrice Pd – Credo più per orgoglio che perché fosse davvero pronta. Il problema è che sembra proprio che non ci sia accordo. Le tensioni all’interno della maggioranza su questo tema sono esplose. Dopo mesi di fughe in avanti e di retromarce, Zaia ora dice di accontentarsi. Ma le questioni aperte sono ancora tante ed importanti. Il percorso è ancora lungo e puntellato di tanti dubbi, di troppi forse.
Io resto del parere che le autonomie serie sono solo stimolanti per tutti gli amministratori. Vale al Nord come al Sud. Però l’autonomia deve restare all’interno del quadro Nazionale, dettato dalla Costituzione.
Su un tema così importante la carta Costituzionale non va stiracchiata, non va male interpretata. Alcuni principi come l’unità del Paese, la perequazione, la solidarietà devono stare a cornice di tutto. Una secessione mascherata non troverebbe i voti in Parlamento. Le richieste esagerate e non in linea con gli equilibri regionali spaccherebbero e non permetterebbero di raggiungere nessun risultato concreto.
Invece io desidero che finalmente si parta e che alcune regioni più pronte facciano da apri-strada a tutte le altre. Ma non è un “affare della Lega”! La modifica degli articoli Costituzionali li ha proposti diciotto anni fa il Centrosinistra. Al voto nel Veneto due milioni di cittadini hanno espresso il loro parere, compreso moltissimi elettori non della Lega. Il Veneto, seppur governato dal centrodestra è dei cittadini Veneti. Non di un partito.
Noi siamo, senza incertezze, per un’autonomia ampia che sia ancorata ad una cornice nazionale e nel pieno rispetto pieno della Costituzione.
Su un tema così coinvolgente sarebbe da aspettarci un Governo convinto e compatto e una disponibilità al dialogo con tutte le forze presenti nel Parlamento. E’ un passaggio cruciale e storico. Va trattato con la dovuta sensibilità e con concretezza.
Invece io vedo ancora tanta confusione e le solite demagogie leghiste riaffiorare.
In buona sostanza siamo ancora in alto mare.