Coronavirus in Veneto, Zaia: “tamponi dai medici di base”

Il governatore veneto commenta il Dpcm: "non mi risultano contagi in ristoranti e palestre, si mette a dura prova un sistema economico e non farà scendere i contagi"

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Zaia
Conferenza stampa di Luca Zaia da Marghera 26 ottobre

I medici di base potranno fare i tamponi, lo ha stabilito il governatore veneto Zaia in accordo con il governo e lo ha annunciato oggi 26 ottobre in conferenza stampa da Marghera. “Abbiamo discusso per 4 ore ” ha aggiunto Zaia commentando il Dpcm di Conte.

“Avrei voluto insistere di più nel contenere ed impedire gli assembramenti nelle piazze e sul fatto di usare di più la mascherina, diminuire la pressione nelle scuole – ha detto ancora Zaia -. Poi avevo posto la questione dei medici di base. Le Regioni non condividono la posizione del governo sulle attività produttive, che sono attività controllate. Il Paese gode anche delle tasse di queste imprese, che non è gente che si è arricchita. A me non risulta che ci siano stati contagi in ristoranti o palestre. Non sono stati riconosciuti i sacrifici dei veneti, ricompensandoli con la fiducia. Ci troviamo obbligati ad applicare un Dpcm per cui la Regione se chiude le scuole deve chiudere al 75%. Nella mia ordinanza c’era scritto 50% a scuola e 50% a casa. Ho firmato l’ordinanza al 75%, non potevo fare altro, ma lo trovo assurdo. Oltretutto non credo che questo Dpcm farà scendere la curva dei contagi. Trento e Bolzano hanno l’autonomia – ha aggiunto a proposito delle misure di Fugatti e Kompatscher che saranno meno restrittive rispetto a quelle nazionali – se dipendesse da me metterei la chiusura alle 24, è sufficiente quella. Noi non vogliamo soldi, vogliamo lavorare, mi ha detto una storica ristoratrice. Invito il governo a rivedere questa norma o dare la possibilità alle Regioni di adottare misure diverse”.


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