Ci siamo quasi, per alunni e alunne della scuola primaria e secondaria di primo grado sta per arrivare, o per alcuni è già arrivato, il periodo dell’anno più temuto segnato da scrutini e pagelle! Una brutta pagella, un’interrogazione andata male, un compito sbagliato, ma anche una gara persa… Quando un figlio non raggiunge il successo, quando la pagella presenta insufficienze, noi genitori andiamo nel panico perché sentiamo la necessità di sostenere adeguatamente i figli nei momenti di crisi…oggi più di ieri!! Sentiamo la fatica di vivere in una società che sembra non mettere in conto la sconfitta, anzi tende a negarla, cercando colpevoli a cui affibbiare la responsabilità.
Ma come aiutare i figli ad affrontare l’insuccesso? Come aiutarli ad avere più fiducia in sé stessi? Una delle domande che spesso i genitori mi pongono è: «Come possono valorizzare mio figlio? Come posso aiutarlo ad accrescere l’autostima?»
Spesso i genitori hanno la sensazione che dire al proprio figlio o figlia “Sei bravo” sia una frase buttata al vento…ed è effettivamente così! Perché per un figlio o una figlia che non si vede bravo o brava, che non si sente capace, questa frase non ha alcun senso, per questo, ai genitori dico: «Se vuoi costruire l’autostima in tuo figlio lascialo fare da solo una torta, lascialo fare da solo i compiti!»…da solo…solo così potrà volare!
Sappiamo bene che non esistono ricette preconfezionate per aiutare una persona a credere più in sé stessa, ma se volessimo dare due “dritte” per allenarti a costruire l’autostima, direi a Te genitore:
- Cerca ogni giorno di creare delle piccole sfide per tuo figlio o tua figlia, che possa permettergli di migliorarsi e di mettersi un po’ alla prova, praticando l’arte dell’impegno. Fungi non da zavorra, ma da aiuto per andare sempre un po’ oltre;
- Stimola curiosità e interessi, solo così tuo figlio potrà diventare il primo essere umano a mettere piede su Marte;
- Loda l’impegno più che la dote, perché porta tuo figlio a perseverare e a diventare resiliente nella vita. Quando tuo figlio torna a casa da scuola, invece di chiedergli «Com’è andata?» (traduzione «Cosa hai preso?»), chiedigli «Che cosa hai imparato oggi? Cosa ne pensi? Ti appassiona quella materia?» Quando gli dici: «Che bravo, hai ottenuto un 7, ma i tuoi amici che cosa hanno preso?», chiediti quale messaggio indiretto stai trasmettendo. La vera competizione è superare se stessi, non scavalcare gli altri;
- Cerca Tu genitore di essere “il meglio” per fare in modo che tuo figlio lo diventi: i bambini seguono l’esempio più di qualunque altra cosa. Non pretendere che tuo figlio diventi un lettore appassionato, se non ha mai visto traccia di libri in casa;
- Lavora sulle tue aspettative di adulto: le aspettative che un genitore (un insegnante, un allenatore, ecc.) nutre nei confronti del bambino possono essere veramente un’arma a doppio taglio, perché possono aiutare il piccolo a progredire, ma possono anche bloccarlo drammaticamente. Ciò che l’adulto crede del bambino tende a verificarsi, una sorta di “profezia che si auto-realizza” e ha implicazioni davvero importanti nella crescita dei nostri bambini, che non possono essere sottovalutate;
- Infine, nel caso tuo figlio presenti delle difficoltà/disturbi, ricorda che non necessariamente tuo figlio deve andare nello studio di uno psicologo, ma puoi essere tu genitore, guidato da un professionista, che intervieni in modo opportuno, diventando un vero e proprio “co-terapeuta” che, supervisionato dal professionista, agisce in modo efficace e guida il figlio verso la risoluzione del problema presentato.
E ora, Caro genitore non mi resta che augurarti… Buon allenamento!
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a cura di Michele Lucivero
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