
(Adnkronos) – Un bimbo di 3 anni e mezzo è morto di influenza aviaria in Cambogia, nella provincia di Kratie. Per la nazione del Sudest asiatico è il terzo decesso causato da un’infezione umana da virus H5N1 registrato quest’anno. Benché sottoposto a cure intensive, il piccolo è deceduto domenica all’indomani dal ricovero in ospedale in condizioni critiche, con febbre, tosse e dispnea. Il bambino viveva a Prek Ta Aim, nella comunità di Bos Leav nel distretto di Chetr Borei. Secondo l’anamnesi dei medici, la famiglia del paziente allevava polli: alcuni di questi si erano ammalati, circa 5 erano morti e i familiari del bimbo avevano cucinato il pollame morto per mangiarlo. Le autorità sanitarie stanno esaminando la fonte dell’infezione e valutando eventuali altri casi sospetti o persone che sono entrate in contatto con il piccolo, così da prevenire un’epidemia nella comunità. Il ministero cambogiano ricorda che l’influenza aviaria rappresenta una minaccia per la salute delle persone, in particolare dei bambini, invitando a non mangiare polli malati o morti. Dal 2003 a oggi in Cambogia sono stati segnalati 75 casi di infezione umana da virus aviario H5N1, con 46 decessi. Nel Regno Unito il virus H5N1 dell’influenza aviaria è stato rilevato per la prima volta in una pecora (abbattuta) di un gregge in una zona agricola dello Yorkshire. Al momento “non è stata rilevato nessun altro caso” nello stesso gregge, secondo il Department for Environment, Food and Rural Affairs (Defra). Il governo ha invitato gli allevatori ad aumentare l’attenzione rispetto a eventuali segnali di potenziali focolai di influenza aviaria. “Sebbene questa sia la prima volta che questo virus è stato segnalato in una pecora, non è la prima volta – hanno ricordato gli esperti dell’Defra ai media inglesi – che l’influenza di origine aviaria è stata rilevata nel bestiame in altri Paesi”. Al momento, hanno precisato, “non ci sono prove di un aumento del rischio per gli animali allevati nel Regno Unito”. “L’aviaria è un virus molto furbo e ha avuto un sacco di tempo per sviluppare questa attitudine. Lo conosciamo dalla fine degli anni ’90, sono più di 25 anni che questo virus è ampiamente noto e si è reso camaleontico e mutabile. Molto furbo. Cambia spesso aspetto, passa da una specie all’altra molto velocemente: pollo, mucca, gatto e ora anche la pecora nel Regno Unito. Ma non c’è una specie che non sia stata interessata, compreso l’uomo anche se manca il passaggio interumano. Ma avverrà a breve, visto che siamo circondati. Il fatto che ora sia stato trovato nelle pecore nel Regno Unito, non in Italia quindi, non deve essere un allarme. L’abbacchio che si mangia tradizionalmente a Pasqua è salvo perché la cottura elimina il virus”. Così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive all’ospedale policlinico San Martino di Genova. “Certamente è più furbo del Covid se vediamo quello che è accaduto negli ultimi 25 anni”, osserva lo specialista. “Speriamo che il contagio tra umani avvenga il più tardi possibile, così da avere nuovi farmaci e vaccini. Dobbiamo essere uniti altrimenti ci coglierà di sorpresa”, conclude Bassetti. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)