
Andrea Arman, avvocato penalista con studio a Vidor nel trevigiano, è mancato il 17 febbraio 2025 all’età di 65 anni, a causa di una grave malattia che da tempo lo costringeva a cure costanti e continue. Il legale si è spento presso il reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Cà Foncello di Treviso.
Molto conosciuto per la sua passione politica fu tra i soci fondatori della Liga Veneta nel lontano 1984, per poi passare alla Union del Popolo Veneto come segretario nel 1991, infine nel 2018, grazie anche alla notorietà (nel bene e nel male) conquistata nel mondo dei soci azzerati dal crac delle due banche popolari venete, si presentò come candidato nelle liste per la Camera del Movimento Cinque Stelle.
Se nel 1997 difese con vigore i Serenissimi davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Venezia e, poi, inciampò, anche mediaticamente, in una sanzione dell’Ordine degli Avvocati di Treviso per un “fatto” di usura, dal quale “uscì” a livello penale per modifiche alle leggi che la perseguivano, Andrea Arman divenne noto soprattutto per le sue battaglie, come rappresentante dei risparmiatori delle banche venete poi finite in liquidazione, con il Coordinamento Associazioni Soci Banche Popolari Venete “Don Enrico Torta“, associazione che prese il nome del celebre sacerdote della parrocchia di Dese presso cui nei primissimi tempi si ritrovavano larga parte dei movimenti associativi impegnati, diciamo così, sul fronte bancario.
Le vicende nostrane sono note: pur animato da buoni propositi, il Coordinamento ben presto si sfaldò per lasciare spazio a raggruppamenti associativi che di fatto lavoravano per lo stesso obiettivo ma con strategie spesso diverse se non contrastanti.
Alla fine prevalse la linea, anche da lui propugnata, che portò, con il Movimento Cinque stelle e la Lega, alla nascita della Legge 145/2018, che è nota come istitutiva del FIR e che ha lasciato alcuni, anzi molti, risparmiatori insoddisfatti per l’entità degli indennizzi e alcune migliaia ancora alla ricerca di un risarcimento.
Oggi alcuni dei protagonisti principali di quelle battaglie ricordano la figura dell’avv. Andrea Arman, ciascuno a suo modo e in base ai forti contrasti associativi di quell’epoca, contrasti che, è oggettivo, ridussero le capacità rivendicative dei soci azzerati della Popolare di Vicenza, di Veneto Banca e di Popolare dell’Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara. Queste ultime erano note come “le 4 banchette”, anche se, poi, banchette non erano (Etruria era addirittura quotata in Borsa) tanto più per le perdite causate a chi aveva riposto fiducia in loro, sottoscrivendone le quote, non erano inferiori a quelle dei colleghi “maggiori” delle due Popolari Venete.
Franco Conte, presidente di Codacons Veneto ed esponente di spicco dei “governativi” (così venivano chiamate le associazioni, tra cui la Adusbef da me allora presieduta e ora coordinata per il Veneto, che chiedevano di far approvare subito la famosa L. 205/2017 per risarcire le vittime dei crac bancari senza tetti alle percentuali del rimborso anche se con modalità che apparivano, erroneamente a mio e loro parere, confuse) ci dice: “Arman era un combattente… all’opposto della mia visione del mondo, più portato a mediare. Era un conservatore nostalgico… ignorava il compromesso ma così era prigioniero del passato. Gli ho sempre riconosciuto, a differenza di altri, buona fede e disinteresse, virtù capaci di rendere feconda l’amicizia. Va dato atto che è stato, comunque, un protagonista della difesa dei risparmiatori anche se, questo è vero, è stato talvolta usato da personaggi che hanno lucrato su quell’immane tragedia. Certo ha lasciato un segno e tutti dobbiamo essere grati per il suo impegno”.
Altro esponente di spicco dei “governativi” è Patrizio Miatello, presidente dell’Associazione Ezzelino III da Onara, che, “reduce” da una lontana ma dura rottura con lui dopo un periodo di cammino comune, si limita ad un umano commento: “con tristezza apprendiamo della scomparsa improvvisa di Arman. Esprimiamo il nostro sincero cordoglio per la sua perdita, che possa riposare in pace”.
Milena Zaggia, del Movimento Risparmiatori Traditi, lo ricorda così: “Io non dimentico che non voleva le 4 ‘banchette’ nel FIR. Fino all’ultimo davanti a Bitonci mi voleva fuori dal Mef. Ma, nonostante tutto, prego affinché sia in pace”.
Alfonso Scarano, vicino al Coordinamento Don Torta e alle associazioni che sponsorizzarono la 145 /2018, si esprime con ben diversa sensibilità: “Caro Andrea, non ci sei più mi hanno ora riferito, e sono tristissimo ed addoloratissimo e ti penso e ricordo con affetto. Ti ricordo come un leone di San Marco durante le nostre battaglie a difesa dei derubati azionisti. Ricordo quando mi telefonasti per venire con te a Roma in quella importante riunione al MEF dalla quale nacque il fondo indennizzo risparmiatori FIR e ci fermammo a Roma due giorni per potere scrivere insieme a Dolmetta la prima bozza di quella legge che restituì, poi, con lungo travaglio l’indennizzo di 1,5 miliardi ai depredati delle banche messe in liquidazione coatta. Ricordo ancora prima la riunione che facemmo insieme, ospiti presso il Fatto Quotidiano, per discutere con illustri luminari del diritto l’incredibile (e imbarazzante) decreto, poi divenuto legge in meno di un mese, della messa in liquidazione delle banche venete e la vendita ad 1 euro complessivo solo della parte buona a Intesa SanPaolo. Ricordo tante occasioni di incontro che ora mi si stringe il cuore nel pensarti. Caro Andrea mi manchi. Un arrivederci… Alfonso. Per la famiglia un sentito cordoglio per la grave perdita.”
Luigi Ugone, presidente dell’associazione Noi che credevamo, la quale, va ricordato, spesso lavorava in simbiosi con il Coordinamento Don Torta anche se tra lui e Arman, due prime donne anche se in modo diverso, non erano infrequenti delle… contese, in un suo post su Facebook ha commentato così: “Oggi giornata triste per noi, i risparmiatori veneti e per il Veneto. Ci ha lasciati un combattente amante del Veneto e dei veneti. Oggi tutti abbiamo perso qualcosa, anche chi non lo conosceva, ciao avv. Andrea Arman… La tua eredità sociale non finirà oggi…”.
Come si vede anche nei ricordi si legge l’eco delle battaglie passate e delle frammentazioni associative che spesso hanno creato dissapori, con riflessi anche nei rapporti interpersonali fra esponenti delle associazioni, frutto questo della mancanza di un dialogo rispettoso delle varie sfumature di pensiero.
Ed è proprio questa mancanza di considerazione e rispetto delle opinioni altrui che ha determinato blocchi contrapposti e scontri che alla fine hanno creato un dibattito a volte sterile, se non dannoso, perché non finalizzato a migliorare le proposte ma solo ad alimentare faziosità e personalismi.
L’intento di chi scrive, in questo triste frangente, è quello di far presente quale fosse lo spirito originario del Coordinamento Don Torta, guidato a due mani da Patrizio Miatello e Andrea Arman assieme, quello di riunire le forze di molti per fare fronte comune alle ingiustizie dei potenti e del sistema bancario.
Però, non fu così per molto e indovinate chi vinse…
Anche lui, dovunque ora sia, ora lo sa.