Ieri abbiamo titolato “Renato Bertelle, avvocato e presidente dell’Associazione nazionale azionisti BPVi: lo incontriamo per continuare a unire chi vuole “ristorare” sul serio le vittime delle banche” la prima parte dell’intervista al professionista maladense per verificare quelli che ora sono i molti punti in comune con la sua strategia, da avvocato e da referente dell’associazione, dopo vecchie polemiche e soprattutto in un’ottica di “unione” tra i vari possibili attori della soluzione dei ristori prospettati prima dalla legge 205 e ora confluiti nell’articolo 38 del capo III della legge di bilancio e che domani saranno al centro dell’incontro al Mef di Villarosa e Bitonci con le associazioni della Cabina di regia (a scanso preventivo di future fake news sono inviati anche don Torta, Arman e Ugone…
Bertelle nella prima parte dell’intervista ci ha raccontato le sue vecchie lotte contro chi ha causato il dramma, a Vicenza Gianni Zonin & c, fuori Vicenza Banca d’Italia, Consob, KPMG… Oggi presentiamo al seconda parte dell’incontro, frizzante, con Renato Bertelle che ha approfondito i vari argomenti, tra cui le responsabilità del crac vicentino e le costituzioni di parte civile, ed ha affrontato il tema ristori prendendo una posizione netta: “per equità e in base a sentenze già emesse non si può pensare a ristori in base alle quotazioni massime per chi non ha pagato le azioni a quei prezzi truffaldini, ma è il valore medio di acquisto quello giusto ed equo da ristorare“.
Alla fine dell’intervista Bertelle ha mostrato sfiducia nei poteri decisionali del Mef e io ho dovuto tornare a “contrastarlo” perché ci voglio credere a una soluzione positiva, per cui gli ho ridato appuntamento in studio dopo la riunione di domani, 27 novembre, a Roma.