Sequestri e denunce della Guardia di Finanza per aziende tessili del Trevigiano: sfruttamento, lavoro nero e caporalato

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Aziende tessili Trevigiano

Un’operazione congiunta della Guardia di Finanza di Treviso, con il supporto di Vigili del Fuoco, S.P.I.S.A.L., Ispettorato del Lavoro e A.R.P.A.V., ha portato al sequestro di tre capannoni industriali e 69 macchinari utilizzati da aziende tessili del trevigiano.

Le indagini, condotte nell’ambito di controlli mirati a tutela del “Made in Italy” e delle filiere produttive nazionali, hanno svelato gravi irregolarità in materia lavorativa, tributaria e urbanistica.

Le ispezioni hanno riguardato quattro aziende tessili situate a Villorba, Spresiano e Preganziol. In tre di queste, i finanzieri hanno trovato condizioni di “assoluto degrado e pericolo”, con violazioni delle norme antincendio (manutenzione degli estintori, vie di fuga impraticabili, cartellonistica carente) e sulla sicurezza dei luoghi di lavoro (macchinari privi di sicurezze, scarse condizioni igieniche, mancata valutazione dei rischi e formazione del personale). Inoltre, sono state rinvenute sette stanze abusive adibite a dormitori e cucine per i lavoratori, facendo ipotizzare il reato di caporalato per una delle aziende.

Le indagini hanno accertato l’impiego di un lavoratore irregolare in uno dei laboratori e l’utilizzo di manodopera sfruttata, con orari di lavoro non conformi e retribuzioni inadeguate. Le violazioni contestate ai titolari delle aziende, di nazionalità straniera, sono state segnalate alla Procura della Repubblica di Treviso per i reati di sfruttamento dei lavoratori e violazione delle norme antinfortunistiche.

L’approfondimento dei controlli ha portato alla luce pendenze tributarie per oltre 1 milione di euro da parte delle dieci ditte che, a partire dal 2013, hanno gestito i quattro laboratori. Si tratta di vere e proprie “imprese apri e chiudi“, create per eludere i controlli fiscali e accumulare debiti con l’Erario. Una volta divenute insolventi, le attività e i macchinari venivano trasferiti a nuove imprese costituite ad hoc, operanti nello stesso luogo con gli stessi clienti e fornitori, ma con un diverso nome e partita IVA.

L’operazione della Guardia di Finanza ha avuto un duplice obiettivo:

  • Tutelare il “Made in Italy” e la filiera produttiva dell’abbigliamento, contrastando la concorrenza sleale di chi sfrutta il lavoro nero e opera in condizioni di sicurezza precarie.
  • Garantire la sicurezza e il benessere dei lavoratori, tutelando i loro diritti e contrastando lo sfruttamento.

L’azione delle Fiamme Gialle rappresenta un monito per le aziende che operano nel settore tessile del Trevigiano, invitandole al rispetto delle leggi e dei diritti dei lavoratori.