Azione Vicenza, in assemblea confronto sul voto europeo: “Non soddisfatti dei risultati”

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Vicentini candidati alle Europee azione vicenza

Si è tenuta a Vicenza l’assemblea provinciale di Azione Vicenza per analizzare e commentare i risultati delle elezioni europee. I responsabili territoriali del partito parlano di “un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro”. 

Pur avendo ottenuto il secondo miglior risultato del Veneto tra le province (4,25%, il primo tra quelle non esposte alla pressione di comunicazione che ha visto Padova come luogo di concentrazione di tutte le iniziative di partito), l’assemblea si è detta tutt’altro che soddisfatta del risultato. Per partire dai dati e non da opinioni, durante l’assemblea sono stati analizzati alcuni dati pubblicati dal CISE – Centro Italiano Studi Elettorali della LUISS – che hanno permesso una lettura del voto europeo più attenta. 

Dopo una analisi del profilo degli elettori (prevalentemente uomini, giovani e con un profilo di istruzione più elevato rispetto alla media) che merita una riflessione attenta affinché il partito cambi modalità di comunicazione per divulgare il progetto della politica dei contenuti e non dell’ideologia in modo da conquistare anche altri gruppi sociodemografici, l’attenzione si è concentrata sul confronto con i risultati elettorali delle politiche di due anni fa dove si deduce che 1 elettore su 4 dell’area Azione-Italia Viva-+Europa non è andato a votare

“È chiaro che agli elettori non sia piaciuta la polemica che ha guidato la scelta di non andare insieme ad Italia Viva e, come dimostrano i dati del CISE, oltre a coloro che sono rimasti a casa perché delusi, una parte consistente di elettori ha preferito dirottare il proprio voto su Forza Italia ed in parte minore sui partiti della sinistra per evitare il “voto a salve” visto il pericolo, poi verificatosi, di non raggiungere il quorum” commenta Carlo Fei.

E al di là delle riflessioni interne che il partito della provincia di Vicenza ha effettuato uscendo con una idea unanime e chiara di necessità di effettuare una serena ma sincera revisione sia della strategia che della organizzazione del partito, le conseguenze a livello europeo sono state rovinose. “Al non avere quei possibili 7/8 europarlamentari italiani in Renew Europe che avrebbero potuto orientare in direzione diversa la leadership della Commissione rispetto alla gattopardesca proposta di ricandidare la signora Von der Leyen in un momento in cui è necessario un cambiamento” prosegue Carlo Fei “si aggiunge il fatto che si è esclusi dalla stanza dei bottoni d’Europa dove, anche in virtù delle deleghe attribuite alle regioni con l’Autonomia differenziata, sarebbe stato utile avere qualcuno con cui dialogare fuori dalle polarizzazioni ideologiche che tanto strillano e poco riescono a consolidare soluzioni a vantaggio dello sviluppo e del benessere dei nostri territori e dell’Europa tutta, per far fronte alla complessità che la competizione globale impone”. 

Marica Dalla Valle, segretaria provinciale di Azione aggiunge: “Noi continueremo a parlare di Europa, a diffondere la cultura dell’Europa perché l’Europa ha bisogno di Europa. E così il nostro territorio. Oggi continua il percorso che non è finito con le elezioni europee ma è profondamente connesso con le prossime elezioni regionali in Veneto dove le persone che hanno lavorato in questi anni per costruire il partito nel territorio, continueranno la loro attività fuori dalla polemica ideologica spostando il focus sui contenuti e le soluzioni realizzabili.” continua Dalla Valle: “Vicenza parte da un gruppo strutturato e coeso, molti volti nuovi della politica che negli anni hanno acquisito esperienza e mettono a disposizione competenze complementari disponibili”. 

E così Azione Vicenza riparte dall’essere punto di sintesi tra diverse sensibilità, il partito delle idee e non delle persone nello spirito che ha distinto Azione fin dalla sua nascita ricordando che il benessere di un Paese è direttamente proporzionale alla capacità che ha di produrre ricchezza e con essa lavoro, istruzione e giustizia sociale. E per farlo occorre sintesi tra le diverse esigenze e sensibilità e non polemica divisiva.