Risposte insoddisfacenti sul fenomeno delle schiume e sulle morie di pesci nel Bacchiglione, alla interrogazione della consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda.
“Uno dei più importanti fiumi del vicentino vittima dell’inquinamento antropico e dell’oblio politico”, lo definisce la politica parlando del “caso Bacchiglione”, del quale si è spesso occupata. Dichiarazioni che vengono rese dopo la risposta da parte della Giunta regionale alla sua interrogazione relativamente alla moria di pesci che per mesi ha interessato il fiume in alcune zone di Vicenza nei mesi scorsi.
“A partire dallo scorso maggio – spiega Guarda – il Bacchiglione è stato teatro di una notevole moria di pesci, avvenuta dopo la comparsa di una misteriosa, quanto nauseabonda, schiuma bianca lungo la Riviera Berica.
Assieme ai volontari del luogo e alla’Associazione Magnagati Carp Team ho più volte denunciato le pessime condizioni del corso d’acqua, segnalando la moria di tonnellate di pesci e un fastidioso odore che ha preoccupato non pochi cittadini.
Nonostante una mia interrogazione presentata in Consiglio regionale già lo scorso giugno, – evidenzia la consigliera – la risposta è giunta solo oggi ed incarna perfettamente il disinteresse generale da parte delle istituzioni verso una questione che ha fatto discutere non poco la scorsa estate.
Infatti la Giunta regionale, nel rispondere alla mia interrogazione, si è limitata a rassicurare tutti affermando che dalle analisi Arpav non risulta alcuna anomalia e che la moria di pesci sarebbe dipesa dalla mancanza di ossigeno conseguente alla recente crisi idrica.
Fa sorridere, il fatto che tali rassicurazioni si riferiscano ad analisi Arpav poi smentite dalla stessa agenzia a causa delle analisi successivamente eseguite sullo stato di salute del fiume. Il fatto che la Giunta regionale impieghi più di tre mesi a rispondere a questa mia interrogazione, oltretutto senza aggiornare i dati di riferimento forniti dalle analisi più recenti, è indice di un grave disinteresse verso il Bacchiglione e la fauna che da esso dipende.
Dopo i ritardi da parte del Comune e della provincia di Vicenza nell’adottare un minimo di azioni a tutela almeno dei cittadini che abitano lungo il corso d’acqua, la Regione recita un requiem per una arteria fluviale dal grande valore idrico, naturale e storico per la città.
La Giunta regionale non è nemmeno a conoscenza dell’ordine dei prelievi Arpav. Ringrazio – conclude Guarda – i volontari delle associazioni che perseguono le loro attività di monitoraggio, anche sborsando di tasca propria i soldi necessari per condurre analisi approfondite sul livello di inquinamento che caratterizza questo fiume”.