“Un fiume è un bene prezioso, anche se la città sembra non rendersene conto, e tantomeno le istituzioni”– dichiara Valentina Dovigo, presidente di Legambiente di Vicenza, a margine della conferenza sullo stato di salute dei nostri fiumi che si è svolta venerdì sera a Porto Burci. “All’interno del territorio comunale non si riescono a percorrere gli argini del Bacchiglione, se non per brevissimi tratti. Interruzioni di vario tipo, costruzioni, piazzali di attività produttive, ambienti privati: tutto può interrompere il lungofiume, una competizione infinita fra spazi della città e spazi del fiume, solitamente a tutto discapito della rete idrica.”
La conferenza “IdroGrafie: i fiumi vicentini tra memoria storica e tutela ambientale” si è svolta presso la sede di Legambiente Vicenza in Contrà dei Burci, a conclusione della campagna regionale che ha monitorato nel mese di maggio lo stato di salute delle principali aste fluviali del Veneto.
Il prof. Francesco Vallerani, docente di Geografia dell’Università Ca’ Foscari, ha illustrato il ruolo ecologico, sociale e culturale dei nostri fiumi e dell’importanza strategica che possono assumere nel contesto territoriale. “Un paesaggio d’acqua è un bene culturale, è essenziale che società e politica comprendano quanto si perde inquinando e depauperando un fiume, anche quelli considerati minori” – ha dichiarato durante il suo intervento.
Sulla stessa lunghezza d’onda la dott.ssa Anna Carrozzani, del comitato scientifico di Operazione Fiumi 2022: “i fiumi del Veneto vanno riqualificati, le sponde devono essere curate ed arricchite di elementi vegetali, la pressione antropica va gestita ed equilibrata, lo prevede anche la direttiva UE 2000/60, il più importante provvedimento legislativo europeo in tema di acque interne.”
Spetta ad una moderna politica urbanistica accantonare lo storico e “normale” conflitto tra sviluppo della città e tutela dei suoi corsi d’acqua, per trovare nel fiume un elemento fondamentale di rigenerazione urbana, per “rivestire di qualità ambientale” i nostri quartieri, per migliorare la mobilità sostenibile attraverso l’implementazione di percorsi pedonali e ciclabili lungo gli argini, per accrescere gli spazi verdi pubblici ed anche per dare vita a circuiti virtuosi di turismo lento. Il successo dei tentativi di recupero dei contesti fluviali a Vicenza, dalla spiaggetta di San Biagio all’esperienza spontanea del Livelon, hanno mostrato come un corso d’acqua e le sue sponde possano essere una parte della città ampiamente vissuta e amata dai cittadini.
La città di Vicenza non ha mai dimenticato la grande alluvione dell’autunno 2010, evento che potrebbe riproporsi per il cambiamento climatico in atto, per la scarsità di politiche di mitigazione, per i continui interventi di cementificazione del territorio. “Ridare spazio al fiume, ricostruire elementi di naturalità ed integrare tutto questo nella progettazione urbanistica – chiude Dovigo a IDROgrafie – è l’unico modo per salvare sia il fiume che la città.